Indizi che iniziano ad assumere il valore di prove circa lo stato di crisi pressoché irreversibile nel quale versa la Reggina e l’intero sistema calcio: sentenze riferite a fatti del 2014 che arrivano a 2015 inoltrato, classifiche stravolte a 4 giornate dalla fine e, conseguenza, retrocessioni che arrivano non più (o non solo) dagli esiti balordi del terreno da gioco ma dai verdetti delle aule della giustizia sportiva. Organo, bisogna aggiungere alla luce degli ultimi riscontri, che avrebbe assoluta necessità di esser riformato in maniera profonda poichè gravato da problemi enormi al pari del calcio malato sul quale dovrebbe vigilare.
Così, la Reggina conosce per il secondo anno consecutivo una retrocessione “d’ufficio”. L’anno scorso, la caduta dalla B alla Lega Pro arrivò mercoledì 7 maggio: 2 punti di penalizzazione dalla Commissione Disciplinare che sancirono ufficialmente una retrocessione che era già , comunque, inevitabile.
Allo stesso modo, ancora di mercoledì, questa volta è aprile il mese in cui la Reggina viene piegata dalla giustizia sportiva prim’ancora che dal campo. E’ retrocessione matematica, almeno per il momento, in attesa del secondo grado di giudizio e della nuova partita nelle aule dei tribunali.
Se questo è calcio…
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