La sconfitta di Benevento, preventivabile alla vigilia numeri e classifica alla mano, lascia comunque l’amaro in bocca per la maniera in cui è arrivata, mettendo in risalto, ancora una volta, le fragilità degli amaranto. Nonostante il pesantissimo poker subito ieri al Vigorito, i risultati di Aversa Normanna e Savoia mantengono aperte le porte della speranza, tenendo conto che domenica prossima gli oplontini dovranno presentarsi al Granillo, per uno scontro diretto in cui l’undici di Alberti non avrà alcuna alternativa diversa dalla vittoria.
Le preoccupazioni maggiori tuttavia, riguardano il pesantissimo verdetto che potrebbe arrivare domani, in merito all’ultimo deferimento messo in atto dalla Procura Federale. Ed è proprio sotto quest’ultimo aspetto, che bisogna fare delle opportune distinzioni. Il popolo amaranto ha tutto il sacrosanto diritto di esternare la propria amarezza e la propria delusione, per i risultati negativi degli ultimi anni. Risultati in merito ai quali società e giocatori sono tutt’altro che esenti da responsabilità. Con lo stesso senso di amarezza tuttavia, è il momento di mettere in risalto, in maniera ferma e decisa, l’atteggiamento della Procura, rappresentata dal signor Stefano Palazzi. Un atteggiamento che, fatto salvo il rispetto che merita chi svolge il proprio ruolo, sta cominciando a lasciarsi davvero increduli, esterrefatti. Un atteggiamento che assomiglia sempre più ad una crociata personale, ad una prova di forza. Ad una continua ricerca, quasi scientifica, volta a mettere in difficoltà chi di difficoltà ne ha già parecchie.
L’ultimo tentativo, concernente gli incentivi all’esodo, oscilla tra il dannoso, il surreale e l’inspiegabile. Dannoso perché, un giorno prima (UN GIORNO PRIMA!) della proibitiva trasferta di Salerno, ha portato la Reggina a ritrovarsi ultima a -3 dalle dirette concorrenti, annullando di fatto le due vittorie consecutive contro Aversa e Melfi, che sembrava potessero riscrivere la storia di questa disgraziata stagione. Surreale ed inspiegabile, perché non tiene conto non solo di una decisione presa dalle Sezioni Unite della Corte Federale, ma anche della più recente “scelta” del Consiglio Federale, secondo la quale gli incentivi all’esodo non possono essere oggetto di penalizzazioni in classifica. Anche di fronte a tutto ciò, la Procura va avanti, imperterrita. La norma mi da torto? Allora cerco il cavillo, non importa quale esso sia. Ma perché questo indiscutibile ed oggettivo accanimento, che oltre a danneggiare la Reggina rende poco affidabile e credibile un intero sistema? Eh già, perché così facendo, è il sistema calcio che perde di credibilità. Classifiche virtuali, nessuna certezza né sui fatti né soprattutto sui diritti, siano essi sportivi o etici.
Domani, la Reggina rischia seriamente di ritrovarsi in serie D. Ma sarà una serie D di “carta”, proprio come questo sistema. Le possibilità di ribaltare in secondo grado una maxi-penalizzazione quanto mai ingiusta, sono reali, concrete. Si, ma quando potrà avvenire tutto questo? Quando ci sarà il secondo grado di giudizio? Si riusciranno ad accorciare i tempi, e dare il verdetto prima che finisca il campionato? Ripetiamo, qui non vogliamo dare alibi a chicchèssia, ma se Reggio deve perdere il calcio professionistico, è giusto che lo faccia sul campo e per le proprie mancanze. Non per una autentica crociata personale che ormai dura da 10 anni, sulla pelle della gente, incurante della passione popolare.
L’amarezza aumenta, pensando che tutto ciò sta succedendo mentre in serie A si sta facendo tranquillamente andare avanti un club come il Parma, che di fatto non esiste più. Onore alla serietà del tecnico e dei calciatori gialloblù, ma se il Parma esiste ancora, è perché da quelle parti si sta consentendo una vera e propria autogestione. In barba alle regole. “La vicenda Parma deve servire al calcio italiano per migliorarsi e trovare norme più adeguate”, ci era stato detto qualche mese fa sia dai diretti interessati che dagli organi Istituzionali. E sarebbe questo il miglioramento a cui assisteremo in futuro? Aiuti, stimoli e sorrisi per chi è in alto, spade di damocle ed ossessiva ricerca della penalizzazione per chi sta in basso? Ma senza guardare troppo in alto, andiamo per un attimo al campionato che riguarda più da vicino. La situazione della Reggina è tutt’altro che florida, anche questo è un dato su cui c’è poco da discutere. Altri club del girone C tuttavia, si trovano ad un passo dal baratro, così come ammesso dai propri dirigenti e dagli addetti ai lavori. Fa davvero specie, vedere che i club in questione se la caveranno con qualche punto, mentre in riva allo Stretto si deve fare i conti con stangate da record…
Quello di oggi, chiamatelo come volete, ma per favore, non lo chiamate calcio…
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