Tifo stellare, numeri impressionanti in ogni categoria, coreografie da brivido e cori così coinvolgenti ed originali al punto da essere ripresi in tante altre Curve della penisola. La tifoseria di Salerno, sin dagli albori del movimento Ultras, si colloca a pieno titolo tra le migliori d’Italia. Un favoloso muro colorato di granata, che da circa 40 anni costituisce il dodicesimo uomo in campo sia in casa che in trasferta. La Salernitana per la Curva Sud non è mai stata una semplice squadra di calcio, ma bensì una sorta di religione, un po’ come testimonia il coro “Granata è una malattia, non è un color…”.
Dall’Aprile del 2010, i supporters granata sono stati colpiti da una perdita di quelle che lasciano il segno. Un attacco cardiaco infatti, ha strappato alla vita Carmine Rinaldi, da tutti come conosciuto come il “Siberiano”. Anche se da qualche tempo non era più in prima linea a guidare gli Ultras, il Siberiano  era stato tra i fondatori del tifo nella città campana, contribuendo a scriverne le pagine più belle sui gradoni del Vestuti prima e dell’Arechi poi. Un leader assoluto, rispettato e benvoluto da una città intera. Nel giorno dei funerali, a cui parteciparono tantissime tifoserie italiane (compresa ovviamente quella di Reggio), fu riaperta la Curva Sud del Vestuti, affinché gli Ultras, sotto una pioggia battente, potessero salutarlo a modo loro, con cori e colori bagnati dalle lacrime…
Proprio dopo la morte, la storia del Siberiano è diventata leggenda. Non c’è partita dei granata, che non veda stendardi o striscioni contenenti il suo volto. Da leader a simbolo immortale, con il tempio del tifo salernitano che oggi porta il suo nome: non più Curva Sud, ma Curva Sud Siberiano. Nella partita contro il Poggibonsi, che nell’aprile del 2013 ha sancito il ritorno della Salernitana nella Prima Divisione di Lega Pro, la Sud ha voluto salutare ancora una volta il suo immortale condottiero (vedi foto, tratta da granatissimi.com): l’ennesima coreografia da lasciare a bocca aperta, vedeva il volto disegnato del Siberiano campeggiare al centro del primo anello, mentre in basso comparivano i volti di Ciro, Peppe, Enzo e Simone, i quatto ragazzi che persero la vita nel ’99, di ritorno dalla trasferta di Piacenza, a causa di un incendio divampato su uno dei tanti treni che riportava a casa la tifoseria granata.
Salerno, gli Ultras ed il Siberiano:Â no, i granata non saranno mai soli…
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