In Terza Categoria, è la giornata dei “comunicati alla dinamite”. Dopo l’indice accusatorio puntato dal Rhegium City in merito alla partita con la Bovese (clicca qui), anche l’Audax Ravagnese alza la voce in segno di protesta. Nel mirino del club biancazzurro, la sfida giocata al Santoro di Villa, contro la Carmelitana Archi.
* Così come detto in merito al comunicato del Rhegium, ReggioNelPallone.it dà voce a tutti i protagonisti dello sport reggino. Fermo restando che gli episodi che vanno oltre il sano e corretto agonismo vanno sempre e comunque condannati, oltre ad una eventuale replica della Bovese siamo pronti ad ospitare anche una eventuale replica della Carmelitana Archi, qualora il club in questione volesse chiarire la propria posizione.
Di seguito, il comunicato ufficiale dell’Audax Ravagnese.
“oggi dovevo andare a giocare una partita di calcio ma credo di aver sbagliato l’indirizzo del campo…”.
La società a tre giorni dalla trasferta che l’ha vista di scena al Santoro di Villa S. Giovanni prendendo spunto dalla succitata riflessione post-partita di un proprio tesserato, ci tiene a sottolineare quanto segue: Non siamo stati noi a sbagliare indirizzo, ma chi si è presentato a giocare una partita di calcio pensando di dover dimostrare una supremazia territoriale. Anche se in un primo momento si era pensato di non dire nulla in merito, ci sentiamo in dovere, per il bene di questo sport, di mettere la gente a conoscenza di tutto ciò che è successo (e che non dovrebbe mai accadere) durante una partita di calcio. Si, perché è inconcepibile ciò che è accaduto. Essere avvicinati nei nostri spogliatoi da dirigenti calciatori e tifosi della squadra di casa con fare minaccioso ed intimidatorio con il chiaro intento di impaurire i nostri tesserati prima di entrare in campo è alquanto squallido! Il calcio non è questo! Questa è pura ignoranza! Affermare, “noi comandiamo dovunque andiamo, perché noi contiamo, non voi”, cosa ha a vedere con una partita di calcio?
Certa gente con lo sport non ha nulla a che vedere! Essere presi a testate e schiaffi per tutta la gara ed essere scalciati puntualmente quando ci si trovava per terra, per poi restituire la palla in segno di fair play, non ha nulla a che vedere con una manifestazione sportiva. Essere letteralmente derisi e scacciati dal campo a fine partita con atteggiamenti e gesti offensivi e irriguardevoli non ha nulla a che vedere con il tanto famigerato “Terzo Tempo”! Questa è aggregazione? Questa è amicizia? Questa è fratellanza? Di certo, non ha senso andare avanti in questa condizione sociale. Sapere che c’è qualcuno che ha paura di andare a lavorare il lunedì per paura di essere picchiato o altro, non è certo uno stimolo ad andare avanti. Pensiamo sia arrivato proprio il momento di dire “basta”. Pensiamo sia arrivato il momento di parlare: Noi non ci stiamo. Noi non ci ritroviamo in questa realtà. Questo non fa per noi, non si addice ai nostri valori. A questo proposito invitiamo le Istituzioni a dire “basta” al nostro fianco. Perché, il tutto accade settimanalmente davanti agli occhi degli addetti ai lavori e spesso e volentieri si fa finta di non vedere e non capire.
E domenica non è stato diverso, con un commissario di campo presente agli episodi narrati. Ed invitiamo anche tutta la gente di sport, stanca come noi, di assistere a tali scempi, a dire “basta”. Perché bisogna dare un segnale forte. Bisogna fermarsi tutti. Per il futuro di questo sport bisogna reagire e far capire che non siamo noi che dobbiamo sentirci fuori luogo, ma chi pensa di fare sport e vincere questo o quel campionato con questi “modi di fare”. Per tali motivi sarà indetta una riunione societaria per valutare, con grande rammarico, le dimissioni presentate dalla dott.ssa Tripodi quale presidente della società dopo i fatti di Villa, e successivamente se scendere o meno in campo nelle ultime tre partite di campionato. Perché, ad oggi, ci chiediamo: ha senso andare avanti?
Audax Ravagnese
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