Sono arrivate le sentenze che hanno chiuso, a nove anni di distanza, il procedimento “Calciopoli”, caso di manipolazione degli eventi sportivi non più presunto ma provato, seppure i reati (confermata l’accusa di associazione a delinquere aggravata all’ex dg della Juventus) siano ormai caduti in prescrizione. Questo il verdetto per quasi la totalità degli imputati (da Moggi a Giraudo, per citare i più noti ed influenti) ad eccezione dell’ex arbitro De Sanctis che aveva rinunciato alla prescrizione e quindi ha conosciuto la condanna a 10 mesi (pena sospesa).
Per quanto riguarda il presidente della Reggina, Lillo Foti, che era già andato incontro alla prescrizione in merito ai fatti a lui imputati che erano valsi una condanna in primo grado ad 1 anno e 6 mesi, come racconta la Gazzetta dello Sport, “l’altra partita si è giocata sui risarcimenti da riconoscere alle parti civili. Ministero dell’Economia e Figc erano già tutelati dalla sentenza d’Appello, le altre società che si erano costituite parte civile – con in prima fila Bologna, Brescia, Atalanta, Lecce, Victoria 2000 (la società allora presieduta da Gazzoni e unica azionista del Bologna) –, in favore delle quali Gup e Appello in rito abbreviato e il Tribunale in ordinario avevano condannato gli imputati a risarcire i danni, mentre l’Appello ordinario le aveva tagliate fuori con la faccenda dei “tre dispositivi”, si sono viste nuovamente riconosciute le proprie richieste risarcitorie, ma ora toccherà ai giudici civili d’Appello competenti per territorio stabilirle.
Nel caso – conclude l’edizione online della rosera – pagheranno anche Lotito, i Della Valle, la Fiorentina, Foti, Racalbuto, prescritti in Appello per frode sportiva, i cui ricorsi sono stati rigettati”
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