Vincenzo Onorato. Bastano nome e cognome di questo grande attaccante per riaccendere i ricordi più belli di un calciatore che ha fatto la storia della Reggina.
Oggi, è stato ospite di Tutti figli di Pianca su Touring 104.
Intervistato da Ferdinando Ielasi, con Alfredo Auspici e Franco Polimeni, Onorato ha ripercorso la sua esperienza in riva allo Stretto, parte di una squadra entrata nella leggenda. “Fu un miracolo e fu merito di tutti, ad iniziare da mister Scala e il prof. Carminati ma davanti a tutti metterei sempre il popolo amaranto, quella passione indescrivibile che perfino adesso, mentre ne parlo, al solo ricordo riesce ad emozionarmi”. Un affetto che è rimasto tale, nonostante il suo successivo passaggio al Messina. “Feci una stupidaggine (usa un termine decisamente più colorato, ndr), è stato come se Totti accettasse il trasferimento alla Lazio. Un errore madornale”.
Qual’era il segreto di quella squadra? “I tempi sono cambiati, allora avevamo cucito sulla pelle il colore della maglia e se dovevi far qualcosa in più ti mettevi sempre a disposizione per il bene comune e della squadra che rappresentavamo. Conducevamo una vita sana, senza distrazioni, totalmente focalizzata alla gara che dovevamo disputare. Dovevamo dar conto a quella curva che ribolliva di passione, che comprava il biglietto e faceva dei sacrifici per venire a vederci ed urlava il nostro nome. Bastava pensarci per respirare quel senso di dovere che è stato alla base dei nostri successi. Avevamo fame, eravamo pronti a tutto, siamo stati una squadra straordinaria”.
Ricordi vivi, quelli di Onorato. A partire dalla trattativa per il trasferimento in amaranto. “La condusse il direttore Iacopino in un cinema di Napoli. Non dovevamo farci vedere, ci nascondemmo lì: guardammo quel film tre volte, prima della conclusione dell’affare che arrivò quasi per sfinimento (ride, ndr)”.
Il presente di Onorato è in panchina. Con un maestro, incontrato a Reggio, come faro guida. “Oggi faccio l’allenatore, sono il coordinatore tecnico della Mariano Keller, mi diverte e mi stimola, qualche anno fa siamo stati vice-campioni d’Italia. Devo tutto a Nevio Scala, al quale spero di aver rubato i segreti di questo mestiere bellissimo”.
La conclusione è un appello ai cuori amaranto. “Salviamo la Reggina, tutti insieme, con tutte le forze di cui disponiamo. Da vicino e da lontano, uniti per arrivare all’obiettivo vitale, mettiamo da parte le polemiche. E poi riuniamoci tutti insieme, a Reggio, per un abbraccio comune con quella squadra che ha fatto la storia”.
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