Due i concetti espressi da mister Alberti alla vigilia. “Questa squadra è ancora viva” e “quando un’annata nasce male, ogni episodio ti è avverso”. Si riveleranno amaramente veritieri entrambi.
La Reggina cade in casa della Lupa Roma malgrado un buon primo tempo durante il quale aveva quantomeno messo in campo una determinazione della quale non c’era stata traccia nelle ultime due partite, utile a testimoniare come gli amaranto credano ancora nella salvezza ma non ad impedire l’ennesimo epilogo balordo dell’ennesima partita persa. Sul risultato finale, tuttavia, oltre alle implacabili amnesie difensive pesano (e lo fanno enormemente) alcune decisioni arbitrali ai confini dell’assurdità. Sono tre i rigori, due dei quali solari, non concessi alla Reggina che si è vista anche annullare un gol regolare. Il tutto sul risultato ancora fermo sullo 0-0. Finisce 3-1 e la squadra dello Stretto, adesso, guarda negli occhi la Serie D.
* LE PAGELLE DELLA REGGINA * FOTI:”MI VERGOGNO DI ME STESSO E DELLA REGGINA”
LE SCELTE – Squadra che perde, si cambia. Le due sconfitte consecutive ed il lungo elenco di indisponibili costringono Alberti a cucire un nuovo abito addosso alla sua Reggina. Modella difficile, la squadra dello Stretto, che in questo campionato ha già provato ad indossare il 4-3-3 ed il 4-1-4-1 senza mai piacere prima di tornare quest’oggi al fido 3-5-2 che ha contraddistinto la maggior parte delle ultime stagioni amaranto. Prim’ancora che dalle considerazioni tattiche, per raccontare il primo tempo è doveroso partire da quanto di assurdo accade tra i minuti 20 e 25. In soli 300 secondi la Reggina viene offesa da una serie di decisioni arbitrali difficili da giustificare. Si può essere vittima di tre interventi meritevoli di esser puniti con il calcio di rigore e non usufruire neanche di un penalty? Mei di Pesaro, direttore di gara, risponde di sì con i fatti e va addirittura oltre.
IL DANNO – Insigne viene steso sulla linea che delimita l’area, il pallone scorre per Viola che salta il portiere e viene a sua volta messo giù. L’arbitro ferma il gioco ed è lecito attendersi la massima punizione ed un cartellino rosso. Dopo un lungo conciliabolo con l’assistente, invece, nello sconcerto generale, propende per una punizione dal limite (sulla quale lo stesso Insigne sfiorerà l’incrocio) ed il cartellino giallo ai danni dell’autore della prima irregolarità, giudicando implicitamente legale il secondo intervento. Passano pochi istanti ed un cross di Armellino viene ribattuto con la mano da Frabotta: rigore? Macchè. Intanto, Insigne pesca Viola in verticale e alle spalle della difesa, il pallonetto batte il portiere e gonfia la rete ma non esulta nessuno perchè l’assistente ferma il gioco per un fuorigioco che, naturalmente, non c’è (la foto lo evidenzia). Non potendo discernere in merito alla buona fede del trio arbitrale, indicare come dilettantistica la loro prestazione è il meno severo dei giudizi possibili.
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E LA BEFFA – Se il crimine è non aver concretizzato una superiorità oggettiva messa in campo nei primi 45′ durante i quali la Reggina soffoca l’avversario con un pressing alto ben organizzato e produttivo, il delitto si consuma a pochi secondi dall’intervallo quando Di Lorenzo si avventura in un dribbling utile solo a regalare il pallone a Raffaello abile a servire Tulli per il più comodo dei tap-in davanti a Kovacsik. Oltre al danno, la beffa ad ulteriore riprova di quanto veritieri siano gli adagi popolari. Lupa in vantaggio dopo un primo tempo condotto dalla Reggina interamente nella metà campo avversaria con una concentrazione e soprattutto una determinazione che gli amaranto sembravano aver smarrito nelle ultime uscite.
L’ILLUSIONE – Quando Di Michele rileva Gallozzi, Maimone ha appena scosso la traversa con un sinistro violento gonfiando una volta di più il sacco dei rimpianti di una Reggina incredibilmente sotto nel punteggio. Alberti passa a 4 dietro, l’ex capitano si posizione alle spalle della coppia d’attacco ed è subito decisivo. Cavallerescamente, la Lupa si rende protagonista di un marchiano errore difensivo che fa il paio con quello operato dagli amaranto nel primo tempo e permette all’attaccante di Guidonia di realizzare la sua prima rete in campionato.
LA CONDANNA – Ma quando c’è da esser generosi nei confronti dell’avversario la Reggina non è seconda a nessuno. Appena due minuti dopo, così, arriva un’incertezza difensiva culminata nell’impreciso intervento di Kovacsik che riporta i laziali avanti, si riparte e Armellino spedisce alto dal limite dell’area piccola. Incredibile. Non è finita, perchè Bariti sorprende gli uomini di Alberti in contropiede e firma la terza rete in altrettante proiezioni offensive della sua squadra che centra una percentuale di realizzazione assai vicina al 100%.
La gara finisce così in anticipo. Per far in modo che anche il campionato della Reggina non abbia la stessa sorte, mercoledì al Granillo gli amaranto non avranno alternative alla vittoria contro la Vigor Lamezia.
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