Un emozionante tuffo nel passato, ma anche un preoccupatissimo sguardo sul presente. Nicola Pavarini, che dal dal 2004 al 2006 ha difeso i pali della Reggina, attualmente svolge il ruolo di coordinatore dei portieri del settore giovanile del Parma, club con cui ha militato per ben 7 stagioni, prima di chiudere con la carriera da giocatore. L’ex amaranto dunque, vive da vicino l’incubo che sta riguardando i gialloblù, oberati dai debiti e sempre più vicini al baratro del fallimento. “La situazione del Parma adesso la conosce l’Italia intera-spiega Pavarini, ospite telefonico della puntata odierna di Tutti Figli di Pianca, in onda su Touring-, ma i problemi erano sotto i nostri occhi da diverso tempo. Debiti, bilanci che non quadravano né alla voce giocatori né alla voce dipendenti. Le difficoltà sono diventate sempre più gravi, fino a che la vecchia società , presieduta da Ghirardi, ha provato a porvi rimedio con la cessione al gruppo Taci, che avrebbe dovuto portare subito liquidità ed alleggerire i deficit. Purtroppo non è stato così, ed alla fine si è passati all’acquisizione del club da parte di Manenti. In mezzo ad errori ed impegni prima presi e poi non mantenuti, c’è stata anche un po’ di sfortuna. Questa estate infatti, erano state praticamente già definite le cessioni di Paletta e Biabiany, successivamente saltate perché il primo ha avuto un brutto infortunio ed il secondo è stato colpito da problemi cardiaci. Ben quindici milioni di euro, che pur non risolvendo la situazione, avrebbero certamente fatto comodo. Da quel momento, forse, è arrivata la caduta libera...”.
Tornando al nuovo patron del club, anche Pavarini si unisce al coro unanime. “Ci ho parlato qualche volta-, prosegue-, ma ho sentito solo tante promesse. I fatti, al momento, stanno a zero. Di certo, c’è che il Parma è stato acquistato ad un euro, da un imprenditore facente capo ad una società estera. Non so cosa succederà da qui alle prossime settimane, ma basta solo questo per far capire in che stato sia il calcio italiano...”. E qui, inizia la critica vera e propria, rivolta al sistema. “Mi chiedo dove siano in certi momenti gli organi di controllo, o meglio, mi chiedo come si faccia a non vigilare tempestivamente. E’ assurdo che una società piena di debiti come il Parma compri cinque calciatori a gennaio, sapendo che non ha i soldi per pagarli. Perché nessuno è intervenuto? Perché nessuno ha fatto si che queste operazioni venissero bloccate? Così facendo, non solo si è aumentata la voragine e si sono messi in difficoltà i giocatori stessi, ma si è finito con l’aggravare gli enormi problemi di chi lavora in società . Le principali vittime di tutto questo, sono le persone che lavorano dalla mattina alla sera per prendere 1.000 euro al mese e mandare avanti una famiglia. Chi le tutela queste persone?”.
Esaminati i problemi, Pavarini prova a trovare le soluzioni. “Servono controlli frequenti e completi. Bisogna far si che le società siano in regola ogni mese, e che i conti da esaminare comprendano anche i dipendenti dell’azienda, non solo staff tecnico e calciatori. Se qualsivoglia dirigente sapesse fin dall’inizio che ogni mese deve fornire un rendiconto completo, a quel punto ci sarebbero gestioni più oculate e meno salti nel buio. In ogni caso, credo che di certe situazioni siamo complici anche noi, perché spesso chiudiamo gli occhi per amore di una maglia o per rispetto verso la società . Sto cominciando a pensare che così facendo si finisce col fare il male del proprio club, anziché aiutarlo“. Il crollo del Parma, è solo lo specchio fedele della crisi di un movimento calcistico. “Bisogna trovare soluzioni rapide ed efficaci, che abbraccino tutto il nostro calcio. Si, ha ragione il mio amico Lucarelli, quando dice che bisogna dare una mano anche ai piccoli club, a chiunque sia in difficoltà . Il motto non deve essere salviamo il Parma, ma bensì salviamo il calcio in Italia. Nessuno vuole che ci siano figli e figliastri...”.
Nel corso della ‘chiacchierata’, non poteva certo mancare il riferimento all’amaranto. “I tifosi reggini si stanno complimentando con me e con Lucarelli per come ci stiamo comportando in questo momento estremamente difficile? Questo non può che inorgoglirmi, sia io che Alessandro a Reggio Calabria abbiamo lasciato un pezzo del nostro cuore. Anche in questi periodi così travagliati, vi seguiamo sempre…”.
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