Primi venti minuti discreti, ultimi venti minuti carichi di generosità e ardore. Nel mezzo però, ci sono altri 50 giri di orologio da “non pervenuti”, nei quali l’avversario ha fatto il bello ed il cattivo tempo, dimostrando una evidente superiorità sotto tanti, troppi punti di vista. Questo, in estrema sinesi, il “film” di una nuova serata amara, che ha visto la Reggina perdere per la seconda volta consecutiva ed il Matera espugnare meritatamente il Granillo. Rispetto al post-Messina dunque, gli amaranto non sono riusciti a mettere sul campo la stessa reazione che aveva portato all’impresa col Lecce, facendo seguire un altro ko, a quello incassato al San Vito di Cosenza. I tifosi reggini si leccano nuove ferite, ed  oggi non resta che sperare negli stop di Savoia ed Ischia, impegnate rispettivamente contro Salernitana e Foggia, seguendo al contempo con particolare attenzione anche lo scontro diretto tra Melfi e Foggia. Eh si, perché adesso sui nostri colori è tornato ad aleggiare anche lo spettro dell’ultimo posto.
Un punto di penalizzazione, un nuovo deferimento e due battute a vuoto. Sono bastati quattordici giorni, per far tornare delicatissima la situazione della compagine dello Stretto, per ritrasformare sorrisi e sicurezze in preoccupazioni e perplessità . Al di là della sconfitta, peraltro maturata contro un Matera che prima di perdere la bussola si è dimostrato signora squadra, ieri sera abbiamo rivisto una Reggina fragile. Pericolosamente, maledettamente fragile. Lo dimostra il fatto che dopo il primo gol subito la squadra si è sgretolata, lo dimostra lo “zero” alla voce tiri in porta antecedente al gol di Viola. Inutile cercare colpevoli principali, le responsabilità vanno equamente suddivise. Di sicuro, non siamo d’accordo con l’analisi di mister Alberti, che in sala stampa ha parlato di “buona prestazione” e di “qualche minuto di sbandamento dopo lo 0-1”. La prestazione della Reggina non è stata assolutamente buona, ed il risultato finale, nonostante il tiro di Di Michele poteva portare ad un 3-3 sul quale non avrebbe scommesso neppure il più inguaribile degli ottimisti, va stretto agli ospiti. Dopo lo 0-1, non c’è stato un attimo di sbandamento, ma bensì un “deserto” La fiducia verso il mister non cambia, ma non si può non notare che anche ieri le scelte gli hanno dato torto. La più azzardata. probabilmente, riguarda l’impiego di Camilleri: nulla contro il ragazzo, ci mancherebbe, ma rischierarlo titolare a distanza di un mese esatto, dopo che la società aveva provato a cederlo negli ultimi giorni di mercato facendogli capire che non era più nei piani, è stato un azzardo troppo grande specie sotto il profilo psicologico. Ed i risultati, ahinoi, sono stati sotto gli occhi di tutti.
Adesso, il calendario mette Cirillo e compagni di fronte ad un bivio, fermo restando che nelle zone basse la classifica subirà altri stravolgimenti che nulla avranno a che vedere col calcio giocato . Lupa Roma, Vigor Lamezia, Aversa Normanna e Melfi: quattro partite di certo non proibitive, dalle quali bisogna uscire con almeno 8 punti. La salvezza diretta, accarezzata fino a pochissimo tempo fa, oggi sembra soltanto una chimera. Il quartultimo posto, che garantirebbe la possibilità di giocare in casa il ritorno dei playout, è invece ancora raggiungibile. A patto che la sveglia ricominci a suonare subito, e non negli ultimi 20 minuti…
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