Il margine di sicurezza è praticamente esaurito. La Reggina nelle prime sei partite del 2015 aveva raccolto, nonostante un calendario complicato, 9 punti utili ad invertire la rotta e rialzare la classifica strizzando l’occhio, addirittura, a un obiettivo che solo poco più d’un mese fa appariva impossibile, utopistico: la salvezza diretta.
Negli ultimi due turni, il pari con la Juve Stabia (il cui punto conquistato è stato poi annullato dalla penalizzazione) e la sconfitta nel derby hanno lasciato la Reggina ancorata a quota 19. La distanza dalla quota salvezza è rimasta pressoché immutata, complici le sconfitte reiterate del Melfi e in attesa del Messina stasera di scena a Lecce.
Ciò che è cambiato, e lo ha fatto profondamente, è il divario che separa gli amaranto dall’ultimo posto. Il trend positivo registrato ad inizio anno, unito all’annullamento della precedente penalizzazione, aveva portato la Reggina prima ad abbandonare l’ultima piazza e poi a distanziare l’Aversa. L’incubo retrocessione diretta appariva, se non sparito, oggettivamente meno incombente.
I campani, intanto, hanno completamente ribaltato l’organico nel mercato invernale e, negli ultimi due incontri, hanno completato l’iscrizione alla corsa salvezza: colpaccio ad Ischia nello spareggio salvezza deciso al 90′ da un gol da 30 metri e poi goleada al Catanzaro (3-0) nell’ultimo turno. Bilancio di 6 punti e quella squadra che solo 8 giorni fa giaceva a 12 punti oggi guarda da vicino il penultimo posto che consente la qualificazione ai playout evitando la retrocessione diretta.
Giusto, per quanto concerne la Reggina, mirare all’obiettivo massimo e ambire alla salvezza diretta. Consapevoli, però, che quello resti un obiettivo difficilissimo, che varrebbe una vera impresa considerato il drammatico girone d’andata disputato. Mai come oggi, occhi alle spalle: il sorpasso dell’Aversa varrebbe un biglietto diretto per la Serie D.
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