“Serie D”, canta il San Vito al fischio finale dopo una vittoria che spezza l’incantesimo che aveva visto il Cosenza sempre piegato dalla Reggina dal ’96 fino ad oggi, in addirittura sei occasioni consecutive. Sorridono i lupi, la squadra dello Stretto deve nuovamente far i conti con lo spettro retrocessione. Una vittoria limpida e inaccettabile per il valore di un incontro che andava ben oltre il mero campanilismo.
UNA MOMENT PER GLI AMARANTO – Diciamolo subito, la Reggina rientra negli spogliatoi con il mal di testa. Grinta, determinazione, ritmo: tutte qualità che gli amaranto smarriscono improvvisamente. E’ necessario un enorme sforzo di dolorosa fantasia per credere che quella in campo al San Vito sia la stessa squadra che ha letteralmente martellato la Juve Stabia appena sei giorni prima.
I lupi azzannano l’avversario fin dal primo minuto di gioco cogliendo impreparato l’undici di Alberti. Fatica, la Reggina, in ogni zona del campo. Zibert non riesce a ricevere palla per avviare l’azione, stritolato dal pressing, il terreno della fascia sinistra resta intatto perchè Ungaro è troppo prudente e Benedetti non trova mai i tempi giusti per allargarsi. Mentre gli amaranto si arrovellano nella vana ricerca di liberarsi dalla morsa silana, il Cosenza sfonda.
LUPI IN RETE – De Angelis prima si macchia di un sanguinoso tentativo di assist da posizione più che favorevole, intercettato dalla difesa, poi ci prova dal limite con un rasoterra che impegna Belardi. Quando in 22′ collezioni addirittura 8 corner, il gol è logica conseguenza di una lotta senza quartiere che i silani impongono ed alla quale la Reggina si arrende prim’ancora d’iniziare la battaglia. De Angelis, ancora lui, sempre lui, svetta su Zibert (oggi disastroso) e batte Belardi. Prima dell’intervallo c’è ancora spazio per un paio di chance per gli uomini di casa, il risultato di 1-0 è una sentenza inoppugnabile sull’andamento di un incontro a senso unico.
CAMBIO DI MODULO – Alberti deve arrendersi alla superiorità silana e la Reggina sbuca in campo con un nuovo impianto di gioco. Il secondo tempo si apre con il 3-4-3: Ungaro scala tra i centrali, gli esterni sono Di Lorenzo e Benedetti, dopo una manciata di minuti Di Michele rileva Gallozzi e affianca così Balistreri e Masini. La squadra dello Stretto esce dal guscio e ristabilisce una parvenza di equilibrio quantomeno nel gioco, non nel risultato, seppure un pallone spizzato sugli effetti di un corner sibili a lato del palo con Ravaglia battuto. Un’illusione, perchè nel momento migliore degli amaranto Magli legge l’inserimento di Caccetta sul filo del fuorigioco: scartato Belardi, raddoppio in archivio.
LA RESA – Raccolto il secondo pallone dalla rete, la Reggina che oggi ha fatto solo un cameo di pochi minuti sul campo del San Vito esce nuovamente e definitivamente di scena. Statella si lancia, da solo, verso la porta avversaria ed un autentico miracolo del numero 1 di Eboli vieta il 3-0. Una parata che non cambia il corso dell’incontro ma che mantiene la Reggina avanti negli scontri diretti.
Consolazione magrissima quando l’avversario in questione, ora, dista ben 9 punti e, intanto, hai messo a bilancio la quinta sconfitta nei sei derby giocati fino ad oggi in questo campionato: amaranto nuovamente nel tunnel…
Commenti