Schierato davanti alla difesa, il centrocampista reggino ha dato ordine e sostanza. A lui il compito di far partire l’azione e, soprattutto, andare a raddoppiare in ogni zona del campo in fase di non possesso. Miglior debutto, dunque, non poteva esserci. Oggi, il giovanissimo calciatore nato a Gioiosa Jonica nel maggio del ’97 guadagna un interessante profilo, con intervista, a cura di Rino Tebala sulle pagine del Quotidiano.
Dai primi passi, mossi sui campi in terra battuta del paese natio fino alla Reggina ed al debutto in prima squadra. Domenico Mazzone è cresciuto masticando calcio, “sia mio padre Mario che mia mamma Eleana – spiega – hanno giocato a calcio seppur a livelli dilettantistici”. Il pallone nel DNA familiare, “anche mio fratello gioca a calcio. Luciano, che ha 13 anni, sarà un futuro campione: oggi è ai Giovanissimi Nazionali della Juventus”.
L’approdo alla Reggina nel 2009, a 12 anni. “E’ cambiato tutto, la Reggina mi ha dato l’opportunità di crescere e modellare le mie capacità in un ambiente professionale, sano. Devo dire grazie ai miei allenatori. A mister Zito, ad Emilio Belmonte che ho avuto per due stagioni, a Diego Zanin fino a Giacomo Tedesco, tecnico della Berretti di questa stagione”.
Martedì 6 gennaio, al Granillo, la notte indimenticabile. “Non me l’aspettavo – confessa Domenico – ho provato un’emozione enorme quando mister Alberti mi ha detto che avrei giocato dal 1′ minuto. Il ruolo? Ho giocato da mediano, sono cresciuto in quella posizione. Iniziata la partita ho acquisito fiducia e sicurezza”. Parole di un giovane talento che conclude con un, “è andata bene”. La prima di tante, è l’augurio di tutti i tifosi amaranto.
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