Sul campo del Savoia bisognerà per la prima volta fare i conti con il ‘vuoto di potere’ creatosi dopo la rescissione con Di Michele. Nel bene e nel male, l’attaccante di Guidonia rappresentava la maturità e l’esperienza in uno spogliatoio colmo di gioventù. Al rientrante Rizzo i compiti di leadership, la follia commessa contro la Salernitana serve per mostrare e ricordare ai compagni (e se stesso) tutto quello che non si deve fare.
Come già capitato con Melfi e Ischia, la Reggina sabato farà visita ad un avversario che disconosce il verbo ‘vincere’ almeno quanto gli amaranto. La formazione campana infatti nelle ultime 8 giornate ha conquistato un solo punto, il cambio di guardia da Bucaro a Ugolotti non ha portato sinora alcun miglioramento. Per l’ennesima volta saranno gli amaranto a tendere la mano verso avversari in difficoltà ? Il pericolo va scansato a tutti i costi. La reazione al cambio di panchina è rimasta nel cassetto delle speranze, da verificare se ci sarà un sussulto d’orgoglio dopo la separazione dal giocatore più carismatico e inevitabilmente recipiente di malumori, in parte alibi e a tratti parafulmine di uno spogliatoio che appare sgretolato. Se è vero (come dichiarato da Foti) che scintille come quelle del post Ischia confermano come l’encefalogramma del gruppo non è piatto, è altrettanto corretto sostenere che quando diverbi e frizioni superano il chiuso delle quattro mura, qualcosa non va. Il massimo dirigente amaranto, prima di considerare nuovi cambi di allenatore o possibili innesti nel mercato invernale, dovrebbe indagare scrupolosamente. Nello spogliatoio c’è unità d’intenti ? Se no, per quali motivi? Come eventuale rimedio non si può pensare, come fatto sinora, all’esclusione tecnica di turno. Una ferita profonda non si può certo suturare con un’aspirina. Intenzioni, volontà e carattere del gruppo, queste le prime lacune da colmare. Per una barca che rischia seriamente la deriva, remare controcorrente diventerebbe impossibile.
p.r. – rnp
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