Sole ventidue partite nella Reggina, ed una sola stagione da calciatore, ma la traccia lasciata dall’esperienza in riva allo Stretto per Antonio Aloisi è difficile da dimenticare. Difensore con buone attitudini difensive, centrò quattro reti nella stagione 97/98 che vide gli amaranto disputare un campionato d’alta classifica in B che fece poi da preludio alla stagione della prima promozione in A, l’anno successivo. “La mia esperienza alla Reggina è stata bellissima sotto ogni punto di vista. Ho stretto legami importanti, che poi mi portarono al ritorno in una nuova veste, da tecnico del settore giovanile. Reggio mi è rimasta dentro, è un luogo che mi ha dato tantissimo. Ho visto Simone (Giacchetta, ndr) la scorsa settimana: è venuto a cena a casa mia, era stato a vedere Ascoli-Forlì per conto del Club”.
Terminata l’esperienza agonistica, Aloisi ha iniziato un nuovo percorso professionale in panchina. “E’ stato fondamentale approcciarmi alla professione di allenatore confrontandomi con il settore giovanile della Reggina. Senza pressioni, senza assillo del risultato convergendo le attenzioni nei confronti della crescita dei ragazzi. Aver potuto iniziare in un posto come Reggio, in una società come la Reggina che è un’eccellenza in questo settore è stata una fortuna e voglio sottolineare quanto tutto questo sia stato formativo”. Tante le differenze, tra il ruolo di giocatore e quello di tecnico. “Da calciatore, a parte curare la propria persona, non devi pensare ad altro – spiega Aloisi -finita la seduta d’allenamento, il lavoro è terminato. L’allenatore, invece, deve pensare a 25-30 persone, agire per far convogliare tutti verso un unico obiettivo. Ho allenato gli Allievi Nazionali della Reggina e dell’Ascoli. Nelle Marche, per due anni, ho fatto da vice a Silva in Serie B. Ho fatto una esperienza anche in Primavera, ad Avellino, ma mi sono dimesso dopo un mese perché ho capito che non c’era l’intenzione di lavorare in modo corretto per rincorrere obiettivi di alto livello. Spero di poter tornare presto a confrontarmi con il calcio professionistico”.
La conclusione è un augurio, di cuore, nei confronti della Reggina. “Voglio vederla scalare, presto, la classifica. Vedere gli amaranto in fondo alla graduatoria è un dolore. Bisogna ripartire e la Reggina è in grado di farlo, subito”.
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