Per far da contraltare allo scempio perpetrato sul terreno verde del Granillo, violentato per l’ennesima volta da una Reggina senz’anima prima ancora che dall’avversario, c’era bisogno di un grande spettacolo. Così è stato, ancora una volta, come sempre quando di fronte ci sono Reggina e Salernitana. Due squadre che rappresentano due città simbolo del calcio del Sud, piazze di assoluto rilievo, realtà che hanno fatto la storia sul campo ed oltre, scrivendo alcune delle pagine più belle e significative del movimento Ultras italiano.
Un gemellaggio trentennale, rinnovato nella notte di Reggio Calabria, dentro e fuori dalle mura del Granillo. La scelta degli Ultras 1914 merita un capitolo a parte. Per l’occasione, infatti, il gruppo organizzato amaranto ha deciso di non fare il proprio ingresso in Curva Sud. Nessuna protesta contro la squadra, soltanto la volontà di accogliere nel migliore dei modi gli amici granata ed esprimere così il proprio dissenso nei confronti dei divieti (alcuni francamente paradossali) del calcio moderno. Gesto che assume ancor più significato alla luce del fatto che i gruppi organizzati della Salernitana, non in possesso della tessera del tifoso, non possono seguire la loro squadra in trasferta e, dunque, rimanere fuori dall’impianto di via Galilei era l’unico modo possibile per poter celebrare, insieme, un’amicizia antica, salda, vera.
Prima, durante e dopo l’incontro, le due tifoserie si sono esibite in uno spettacolo di colori e passione. “Restiamo fuori, a difesa dei nostri valori. Reggio&Salerno”, così recitava lo striscione esposto in una Sud vuota. Un messaggio chiaro, meritevole di esser sottolineato per evidenziare anche quanto di buono gli Ultras italiani sappiano esprimere e che, troppo spesso, viene ignorato dai canali d’informazione e, di conseguenza, dall’opinione pubblica.
All’interno del Granillo, nonostante una partita veramente povera di contenuti, le rispettive tifoserie che hanno potuto far accesso allo stadio hanno continuato a rinsaldare l’amicizia tra amaranto e granata. Il pensiero degli Ultras della Tribuna Est è stato così rivolto ad Armandino, giovane tifoso granata impegnato a lottare per la propria vita ed al “Siberiano”, al secolo Carmine Rinaldi, storico capo ultras della Salernitana scomparso nel 2010. Gesti apprezzati e condivisi dai tifosi assiepati nel settore ospiti che hanno accompagnato il fischio finale che ha sancito l’ulteriore debacle della squadra dello Stretto con un coro che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. “Fino alla fine, Reggio e Salerno”.
Oltre il risultato, oltre la categoria: Reggina-Salernitana è sempre uno spettacolo sano per questo sport.
Gianpiero Versace
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