Il pareggio interno con il fanalino di coda Aversa Normanna è la miccia che fa esplodere la rabbia di una Reggio Calabria fino ad oggi paziente con gli amaranto. E’ contestazione, al Granillo, dopo il fischio finale. La Reggina sbatte sull’Aversa Normanna senza trovare il risultato pieno. Apre Louzada, risponde De Vena: la classifica terrorizza, il penultimo posto vale uno spettro-dilettanti settimana dopo settimana più concreto.
Sole primaverile per pochi intimi al Granillo. L’appeal della sfida, drammatica dal punto di vista sportivo, tra le ultime due della classe è modesto. Inversamente proporzionale il valore di un incontro che assomiglia ad un bivio in grado di indirizzare il futuro di Reggina ed Aversa: si salvi, chi può.
Le scelte dei tecnici riassumono lo spirito opposto della vigilia: Cozza mantiene il proprio ambizioso 4-3-3, Marra si affida ad un abbottonato 5-3-2 con gli esterni normanni sulle ali amaranto, i tre centrali che si dividono tra la marcatura di Masini e l’attenzione agli inserimenti dei centrocampisti della squadra dello Stretto. L’eventuale produzione offensiva è delegata solo alle ripartenze. Reggina, dunque, con la vittoria come unico obiettivo, ospiti che strizzano l’occhio al pari fin dal primo minuto.
La Reggina è un’orchestra in cerca di uno spartito all’altezza del proprio blasone, ma ha già un grande direttore: Giuseppe Rizzo, capitano ad interim in attesa del rientro di Di Michele, è calciatore di ben altra categoria. Da un suo lancio illuminante, l’ennesimo di questo campionato, di prima intenzione, nasce il vantaggio: palla alle spalle della difesa campana, la raccoglie Louzada che la spedisce alle spalle di Forte concretizzando un avvio tambureggiante.
Il gol spezza l’equilibrio ma non modifica l’atteggiamento degli uomini in campo. La Reggina continua a provare a proporre calcio, manifestando una superiorità tecnica che sfocia in una costante sensazione di pericolosità che gli uomini di Cozza, tuttavia, non riescono a tradurre in reti. E così, puntuale, arriva la beffa. Come da copione che sembra tormentare la squadra dello Stretto in questo campionato, gli avversari si affacciano per la prima volta nella metà campo e violano la rete di Kovacsik: la difesa si fa attrarre dal pallone e non legge l’inserimento senza palla di Castellano, libero di scaricare su De Vena per il più comodo dei tap-in. Palla al centro, tutto da rifare. Squadre negli spogliatoi con il risultato di parità che non rispecchia l’andamento dell’incontro ma la classifica fa paura e la prestazione, alla Reggina, non basta più come sottolineato dai fischi del Granillo.
Urge una scossa: classe ed esperienza al servizio della Reggina. Gli amaranto sbucano dagli spogliatoi privi di un impalpabile Masini con Di Michele a guidare il reparto avanzato. Ospiti dietro la linea del pallone a difesa del fortino. Si cercano gli attaccanti della Reggina: Louzada è il più ispirato, sulla sinistra la Reggina è sempre pericolosa anche con le sovrapposizioni di Karagounis. Di Michele e Insigne si cercano, si trovano. Eppure, la manovra arriva fluida sulla trequarti campana per poi stagnare orizzontalmente a ridosso dell’area di rigore. Passano i minuti, cresce l’ansia. Cozza, allontanato per proteste, lancia Viola per un Dall’Oglio irriconoscibile.
La Reggina passa al 4-2-3-1 con l’attaccante taurianovese alle spalle del centravanti Di Michele e, immediatamente, la partita esplode. La Reggina trova l’occasione migliore dell’incontro. Insigne spezza in due l’Aversa e serve Viola davanti al portiere: esterno destro leggero, palla che sfiora il palo con Forte battuto. Non c’è tempo per disperarsi per la squadra dello Stretto che, anzi, tira un enorme sospiro di sollievo quando sul ribaltamento di fronte l’Aversa spreca in modo amatoriale un’occasione in superiorità numerica. Pausa? Neanche per sogno. La Reggina è lunga, protesa alla ricerca del gol-partita, difende con i centrali, i terzini restano alti, si prova l’arrembaggio. L’occasione buona arriva quando Viola mette Di Michele in porta. La scelta del capitano, libero di battere a rete, è francamente inspiegabile: prova il suggerimento per Insigne, palla corta, tra le braccia del portiere.
Su quella sfera si spengono le speranze amaranto: il fortino dell’Aversa tiene, la Reggina guarda il baratro…
Gianpiero Versace
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