Passo breve, frequenza altissima, classe e fantasia: Vittorio Pinciarelli, ala destra di una Reggina indimenticabile, quella di fine anni ’90 che avviò l’esplosione del Club ai massimi livelli del calcio italiani, è stato oggi ospite di Radio Touring. “I ricordi a Reggio sono indelebili, i più belli della mia carriera. Aver firmato per l’Empoli per la stagione successiva è stato il grande cruccio della mia carriera – ha raccontato Pinciarelli durante la trasmissione Tutti Figli di Pianca – avevo incontrato la Reggina per il rinnovo, non avevamo trovato l’accordo e si fece avanti la squadra toscana che avrebbe avuto la guida tecnica di mister Gustinetti. Accettai ma il paradosso fu che a Reggio tornò Colomba, che mi aveva allenato nella prima stagione in amaranto, e mi chiamò dicendomi che avrebbe voluto avermi con lui in A. Peccato, ripeto, è un rammarico ancora vivo, mi fa star male ancora oggi”.
Inevitabilmente, il pensiero vola alla vittoria del campionato cadetto. “La stagione della promozione non era iniziata benissimo, è stato un crescendo inarrestabile. Nel girone di ritorno capimmo di potercela fare: la svolta fu il colpo a Brescia. Il gol più bello? Contro la Fidelis Andria al Granillo, un contropiede velocissimo concluso con un tiro all’incrocio dei pali”.
Come tutti i suoi ex compagni di squadra, conserva tra i ricordi più cari il legame con la tifoseria. “Quello fu l’anno in cui stavano costruendo lo stadio, il ricordo di questa Curva Sud piena alle spalle della porta è un brivido ancora vivo. L’unione con la gente era unica. Mi sono distaccato dal calcio, ho allenato nel settore giovanile ed ho aperto un’attività commerciale qui a Roseto degli Abruzzi dove vivo ma non dimentico, non posso dimenticare. Voglio tornare a Reggio, a salutare tanti amici. Sto organizzando un viaggio in riva allo Stretto per giugno…”.
Commenti