Che la Reggina abbia una media età bassissima, tra le più basse dell’intera Lega Pro è un dato di fatto. Che la panchina di Matera – ed i cambi effettuati da Cozza- abbiano visto in elenco calciatori tutti ben oltre la classe ’90, testimonia le scelte di una società alla ricerca del rinnovamento e della progettazione futura.
Tutto ciò premesso, non esenta la squadra amaranto da alcune responsabilità ed errori evitabili. La giovane età di alcuni singoli è solo anagrafica: molti calciatori in organico hanno sulle spalle già diversi campionati da titolari, in serie B o in Lega Pro, categoria da sempre “rampa di lancio” per quegli uomini “predestinati” per quei ragazzi che “hanno fame”.
La Reggina commette troppo spesso errori banali che non sono sempre errori di gioventù. E che soprattutto non devono essere catalogati come semplici errori di inesperienza perché, così facendo, si corre il serio rischio di “congelare” il fattore crescita dei ragazzi. Insomma se errori ci sono non devono essere (sempre) giustificati, a meno che non si voglia giocare con il futuro e con il calendario.
La mano di Francesco Cozza in questa squadra è tangibile. La Reggina gioca al calcio e lo fa bene, proponendosi, muovendosi in gruppo, attaccando gli spazi vuoti con e senza palla, cercando sempre il dialogo e quasi mai il singolo (tranne quei rari casi in cui bomber Insigne decide di andare a rete!). Sono basi solide e importanti, di un gioco che c’è e, finalmente, si vede.
Spesso tutto il lavoro tattico viene sacrificato da disattenzioni elementari che la Reggina non si può permettere. Errori che non possono essere attribuiti alla giovane età dei calciatori, bensì ad un blackout mentale insopportabile perché incide come un macigno sulla classifica amaranto. Alla squadra bisogna chiedere questo salto di qualità immediato, perché ad eccezione di Lecce, gli amaranto quasi mai hanno meritato di soccombere. Eppure oggi i punti in graduatoria sono meno di quelli meritati – con la penalizzazione, purtroppo, dietro l’angolo-, con la rabbia e l’amarezza che crescono. A Matera la Reggina ci ha lasciato un punto per una serie di errori tecnici che non possono essere consentiti, perché regalano tre punti agli avversari in maniera insperata.
Ecco, se la Reggina riuscisse a reggere novanta minuti senza regalare nulla avrebbe compiuto finalmente quella maturazione mentale degna di una squadra, anche di una con l’organico giovane. Da quel momento in poi sarebbe un nuovo campionato. E che campionato…
v.i.
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