Ancora una volta. La Reggina tiene bene il campo ma resta a mani vuote. Il copione si ripete con amara, drammatica costanza. A Matera arriva l’ennesimo stop, il quarto stagionale, che frena l’entusiasmo seguito al trionfo sul Cosenza. Decide Albadoro a 10′ dalla fine.
Confermati in blocco. Nonostante la panchina cortissima, pur avendo di fronte un tridente capace di mettere insieme 12 reti nelle prime sette gare, Cozza sceglie la via del coraggio e lancia così un segnale ai suoi: allo stadio XXI settembre la Reggina sfida il Matera con il 4-3-3, in campo dall’inizio gli stessi undici che hanno frantumato il Cosenza.
Con personalità. Sul campo di una delle rivelazioni del campionato, il Matera che staziona stabilmente nei piani alti della classifica, la Reggina di Cozza approccia la gara con il piglio richiesto alla vigilia. “La voglia di vincere fa la differenza, non abbiamo paura di nessuno”, assicurava il tecnico amaranto. Gli spalti dell’impianto lucano sono gremiti sfiorando il tutto esaurito, l’entusiasmo biancoceleste però non anestetizza la giovanissima truppa amaranto.
Parte meglio la squadra dello Stretto che scandisce il ritmo dell’incontro. Buona la ragnatela in fase di non possesso con alcune scelte significative di Cozza che sceglie di far andare in pressing gli esterni d’attacco, Louzada e Insigne, sui centrali difensivi materani con gli interni mediani Dall’Oglio e Armellino cui è dato l’ordine di uscire sugli esterni di centrocampo avversari. L’idea di Cozza è quella di neutralizzare così il 3-4-3 di Auteri, oggi squalificato, permettendo ai terzini amaranto di restare in marcatura sulle ali offensive. Mezzora di agonismo e intensità con il Matera incapace di sciorinare il calcio fluido della prima parte del campionato.
Il guizzo, improvviso, è di Madonia che disegna una parabola per l’inserimento di Guerra: alla prima sortita offensiva, i padroni di casa centrano una traversa clamorosa. Scarica di adrenalina che non fa indietreggiare gli amaranto, anzi. Sul ribaltamento di fronte una bellissima trama libera Armellino per la conclusione: esterno destro diretto all’incrocio, miracolo di Baiocco. Sul corner l’urlo del gol resta nuovamente in gola agli amaranto con la sfera che schizza via a pochi centimetri dai pali lucani. Non è finita. C’è tempo per un intervento provvidenziale di Ungaro che rimedia ad uno svarione della retroguardia stoppando il tiro a colpo sicuro di Letizia. Emozioni concentrate in 10’, squadre negli spogliatoi sul pari.
La ripresa non conosce sussulti fino al quarto d’ora quando Cozza cambia modulo passando al 3-5-2 con Maita per Masini. La risposta materana è l’inserimento di un centravanti di peso, Albadoro, accompagnato dalla qualità di Giovanni Di Noia, regista conteso dalle due formazioni durante l’estate in sede di mercato. La partita vive di fiammate, danzando su un equilibrio frutto della straordinaria intensità e della buona organizzazione delle due formazioni. Tuttavia, con il passare dei minuti, i padroni di casa guadagnano campo, la Reggina improvvisamente scricchiola.
Ci vuole un episodio. E questo arriva ma, come spesso accade alla Reggina negli ultimi anni, è avverso agli amaranto. Letizia serve in profondità Albadoro, Camilleri è in anticipo ma spara sul centravanti avversario consentendogli così di lanciarsi verso la porta di Kovacsik. Il centravanti ex Bari non perdona, Matera avanti. Reggina in ginocchio. A nulla servono gli inserimenti di Gjuci e Condemi: gli amaranto tornano a Reggio a mani vuote, colmi solo di rimpianti.
Gianpiero Versace – Reggionelpallone.it
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