E’ con la “semplicità” delle sue mosse che Ciccio Cozza vince la personale sfida tra le panchine con Roberto Cappellacci.
Se da una parte al tecnico silano possono essere concesse ampie attenuanti in virtù della qualità mediocre della rosa vista all’opera al Granillo,dall’altra lo stesso paga carissimo il prezzo di un atteggiamento tattico fin troppo ambizioso. Schierare una linea difensiva così alta, contro il tridente della Reggina che della rapidità fa il suo punto di forza, sembra essere stato il suicidio. Ed è qui che Cozza vince la partita.
Louzada e Insigne aprono il campo, giocando larghi ed inserendosi come “aghi” nella retroguardia cosentina continuamente in affanno: i primi due gol sembrano azioni fotocopia, segno evidente che in settimana la compagine amaranto ha provato questo tipo di situazioni, imparando al meglio schieramento e difetti della squadra cosentina. E nemmeno dopo il primo gol, quanto l’antifona sembrava chiara, Cappellacci corre ai ripari, anzi, con troppa ambizione continua a rischiare: verrà punito dal secondo e dal terzo gol di uno scatenato Insigne che nell’ultima rete regala numeri di altissima classe. La classica marcatura che vale il prezzo del biglietto.
Ma la gara tra i due tecnici si decide anche a centrocampo: quello amaranto appare più “rabbioso” che mai. La mediana di Cozza sembra avere ordini ben definiti e li rispetta con diligenza: “morde” sugli avversari in affanno e senza qualità, recupera palla e verticalizza immediatamente. Mosse semplici, appunto, ma ch pagano.
Cozza riscuote alla cassa tre gol e tre punti. Cappellacci perde malamente il suo primo derby dello Stretto e la crisi per il Cosenza continua.
v.i. – Reggionelpallone.it
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