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Genio e sregolatezza. Tra i numeri dieci amaranto dell’era Foti, Rubens Pasino è tra quelli che più hanno catturato l’affetto dei tifosi. Fantasia al servizio di un fisico minuto, l’arrivo in riva allo Stretto è da ricordare…”L’esperienza alla Reggina è iniziata nel migliore dei modi, contro il Barletta sono subito andato in gol. Sono tanti i momenti belli vissuti con la maglia amaranto, da quando un Mariotto vestito in modo elegante mi venne a prendere”. V per Vendetta. Pasino, ai microfoni del trio Auspici, Polimeni e Ielasi nella trasmissione ‘Tutti i figli di Pianca’, rivive con la memoria il gol realizzato contro il Genoa, dal peso specifico particolare: “Vendicammo la pesantissima sconfitta del Marassi. Ricordo che ero in diffida, un’ammonizione e sarei stato squalificato. Dopo aver segnato volevo esultare vicino ai tifosi, ma ebbi la razionalità per non saltare il cartellone”.
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L’ultima esperienza come allenatore dei giovanissimi del Sassuolo, in attesa di una nuova sistemazione Pasino si dedica con passione al Footvolley. Da calciatore, la parentesi più lunga e significativa è stata quella in amaranto. Tanto intensa che Pasino faceva fatica a immaginarsi altrove…: “Avevo rifiutato un paio di trasferimenti, al terzo Foti e Martino si arrabbiarono e finii fuori rosa. Poi ci siamo chiariti e i rapporti sono tornati normali, potendo riavvolgere il nastro avrei accettato la cessione ma la verità è che non volevo lasciare la Reggina, stavo troppo bene”. Da trequartista con licenza di assistere un bomber d’area di rigore, Pasino ha avuto partner all’altezza del suo talento: “Aglietti, Dionigi e Lorenzini, mi sono trovato bene con ognuno di loro. Alfredo aveva tecnica e altruismo, io gli ho fornito diversi assist ma anche lui mi ha fatto fare qualche gol. Davide era più forte nel gioco d’area e un pizzico egoista negli ultimi sedici metri. Mi è dispiaciuto non giocare con Artico e Possanzini, sarebbe stato un bel trio..”
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