Reggina, che amarezza: rimontata e beffata a Castellammare

Una beffa che acuisce il rammarico di una Reggina bella e sprecona. Non basta una prestazione importante, una gara preparata nel migliore dei modi: la solita distrazione su calcio piazzato scoperchia i limiti di una Reggina che raccoglie il terzo stop nelle ultime quattro gare ed inizia con ansia la settimana che la condurrà al derby con il Cosenza.

 

 

Il doppio scivolone con Messina e Lecce, gli sbadigli con il Barletta, l’infortunio di Di Michele e la controversa situazione legata all’esclusione di Viola (al momento da ascrivere ad un risentimento fisico, in attesa di eventuali nuove comunicazioni) mandano in soffitta il 4-3-3. Per capire se la soluzione tattica provata e studiata dal primo giorno di ritiro resterà nell’armadietto di mister Cozza in luogo del 3-5-2 di casa in riva allo Stretto bisognerà attendere le prossime uscite.

C’è Maita in cabina di regia: la mossa spinge Rizzo al centro della difesa e Masini in panchina. Stravolto il modulo, Pancaro è sorpreso: i primi 20’, in particolar modo, sono un monologo amaranto. La Reggina manovra, avvolge, stringe nella morsa le vespe ed offende. Le punte, posizionate verticalmente con Insigne alle spalle di Louzada, fanno ammattire la retroguardia campana. Il brasiliano, in particolar modo, è una scheggia impazzita e due volte fa urlare al gol i tifosi amaranto: prima con un diagonale fuori d’un soffio, poi con un destro dai 20 metri che chiama Pisseri al miracolo. Che la Reggina sia padrona del campo lo testimonia il fatto che la prima potenziale occasione stabiese arrivi al minuto 22, addirittura in contropiede.

Un lampo, quello campano, che non scalfisce la supremazia della Reggina pur attutendone l’intensità. La manovra si fa meno ficcante, ma resta continua. Gli amaranto non rischiano nulla e tornano negli spogliatoi rinfrancati da una frazione condotta con personalità ed idee. L’allarme suona nello spogliatoio di Pancaro che cambia uomini e modulo: le vespe rientrano con una punta in meno, Ripa, ed un centrocampista in più, Bombagi.

Non è sufficiente la modifica nello schieramento operata dalle vespe per arginare una Reggina che, finalmente, dopo 9 giri d’orologio nella ripresa, passa. Maita gestisce con esperienza e lodevole classe un pallone al limite dell’area e lo imbuca in un corridoio percorso da Armellino per il diagonale vincente. La gioia degli amaranto, meritata, dura lo spazio di un urlo: Crescenzi non contiene Di Carmine sul ribaltamento di fronte ed il centravanti scuola fiorentina impallina Kovacsik, fino ad allora senza voto.

Segnale tetro di una gara che si rivelerà stregata. Il Menti si infiamma, la Reggina non arretra ed anzi sfiora il nuovo vantaggio con una rapida manovra offensiva che Insigne, solo davanti al portiere, non sfrutta facendosi recuperare dalla difesa campana. Gol sbagliato, gol subito. Alla seconda escursione sulla trequarti amaranto la Juve Stabia raccoglie un insperato jackpot. Ancora un calcio piazzato, ancora un’amnesia difensiva e Romeo insacca di testa, indisturbato.

Cozza lancia Bramucci e boccia Masini, in campo solo al minuto 89. Non c’è spazio per evitare una sconfitta che gli amaranto, per quanto proposto sul campo del Menti, non avrebbe meritato. Restano i rimpianti, e solo 5 punti in classifica.

Gianpiero Versace – Reggionelpallone.it