Epilogo troppo amaro. Il Latina allenato da Breda nella scorsa stagione, dopo una splendida cavalcata si è fermato sul più bello, un gradino prima del Paradiso. Dietro il ’no grazie’ del tecnico trevigiano c’è una delusione troppo profonda da digerire: “In quel momento avevo bisogno di staccare. Mi ha toccato molto l’epilogo della stagione, finale molto pesante da un punto di vista emotivo. Libero dopo un campionato straordinario? Sapevo che poteva andare cosi, la stagione del Latina si è conclusa molto tardi. In estate ho avuto contatti con diversi club cadetti, per un motivo o per un altro non si sono concretizzati”. Futuro ancora da afferrare con una panchina in corsa? Breda non ha preclusioni di sorta: “Anche alla Reggina e al Latina sono arrivato a stagione in corso, non c’è nessun problema da parte mia. E’ importante però avere una squadra con valori in linea rispetto agli obiettivi stagionali”.
In tempi diversi sulla panchina amaranto, Breda si esprime sulla Reggina attuale, tornata a malincuore in terza serie: “Credo il ko nel derby con il Messina sia stato pesante da digerire, ha complicato i piani dopo un buon avvio di stagione. Il gruppo ha valori importanti, può dire la sua anche se il girone C di Lega Pro è davvero di alto livello, con diverse squadre di qualità superiore”. Difficile mettere a fuoco le reali possibilità della Reggina, Breda chiarisce quale sia il primo traguardo da raggiungere: “Riconquistare i tifosi, mostrandogli passione e attaccamento verso i colori amaranto. Le caratteristiche di alcuni giocatori mi sembrano adatte a questo scopo, non bisogna cullarsi troppo anche perché la formula del campionato lascia davvero uno spiraglio per guadagnarsi la promozione in B”. La strada da seguire, secondo l’ex tecnico amaranto, è quella appena ripercorsa dopo qualche anno di ‘pausa..’: “Noto con piacere che l’organico, per gran parte, è composto da giovani provenienti dal S.Agata. Questa è la filosofia della Reggina, la metodologia che ha fatto la fortuna della società amaranto. Ai miei tempi c’erano 15-16 giocatori del vivaio, e abbiamo fatto discretamente bene. Poi non so per quale ragione si è smantellato questo tipo di ragionamento…”
pa.rom. – rnp
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