Un gol per tempo ed una sensazione di oggettiva superiorità: così il Lecce stende la Reggina al Via del Mare. Apre Papini, arrotonda Miccoli al quinto gol in carriera agli amaranto. Riconosciuto il valore di un avversario tra i più autorevoli candidati alla promozione diretta, in Salento la squadra dello Stretto ha conosciuto il primo, vero, passaggio a vuoto stagionale. E’ mancata la prestazione, oltre al risultato, per una squadra che dopo il secondo gol ha abbandonato il campo ricordando amaramente le censurabili performance della Reggina che ha “conquistato” la retrocessione nell’anno del centenario.
L’esordio al Via del Mare di Lecce in un ruolo ricoperto solo occasionalmente nella passata stagione in C2 a Cuneo: Giuseppe Maimone, classe ’94 da Messina, risolve a proprio favore il rebus settimanale sulla titolarità dell’out di destra amaranto. Se questa sia una enorme dimostrazione di fiducia nei suoi confronti o una bocciatura di mister Cozza nei confronti degli altri candidati (Aquino addirittura in tribuna) potrà dirlo solo il prossimo futuro. Amaranto con il consueto 4-3-3, l’altra novità rispetto all’undici presentato nel derby è Masini davanti al posto di Alessio Viola. Lerda (squalificato, il suo vice Chini in panchina) opta per un 4-4-2 offensivo con Miccoli e Della Rocca tandem offensivo.
Il gol è di casa quando si affrontano Leccee Reggina, la serata del Via del Mare vuol esser all’altezza della recente tradizione (11 realizzazioni negli ultimi due incroci) e dopo appena 300 secondi entrambe le squadre hanno già un grosso rimpianto, frutto per entrambi di un calcio piazzato: Masini spedisce sul fondo di poco, Della Rocca in spaccata manda la sfera ad un soffio dal palo lamentando una trattenuta che il sig. Piccinini ritiene insignificante. I giallorossi provano ad allargare una Reggina attenta ma non remissiva, ordinata nella prima metà della frazione.
I pericoli arrivano solo su calcio da fermo, ma che brividi. Nulla di casuale nei piazzati giallorossi, la Reggina non riesce ad opporsi ai blocchi studiati da Lerda. Abruzzese esibisce tutto il suo strapotere fisico e prende posizione su Crescenzi, approfittando del lavoro di Della Rocca, e manda il pallone a baciare l’incrocio dei pali. La Reggina trema, ma reagisce. Armellino taglia dentro il campo e premia l’inserimento di Di Michele alle spalle del terzino. Il capitano da posizione favorevole si fa tentare da Masini pronto a depositare in rete a centro area ma sbaglia, piuttosto clamorosamente, bisogna dirlo, l’appoggio con la palla che sfila senza esser raggiunta dal centravanti.
Gesto di stizza di mister Cozza che diventa amarezza pochi giri d’orologio più tardi. Ancora un angolo, ancora un blocco a centro area, questa volta il Lecce passa. Angolo di Miccoli, Papini arriva in terzo tempo sulla sfera, schiacciandola alle spalle di Kovacsik. Per qualche minuto la Reggina sbanda. Non funzionano più le scalate difensive ed i giallorossi arrivano facilmente sul fondo sovrapponendo i terzini agli esterni di centrocampo prendendo così in inferiorità numerica Di Lorenzo e Maimone che non trovano il supporto dei compagni. L’occasione più importante è sui piedi di Doumbia che converge troppo e viene stoppato dall’intervento provvidenziale di Crescenzi.
L’intervallo arriva provvidenziale per una Reggina che pur senza lasciare il campo all’avversario si trascina al 45’ in debito d’ossigeno. La mossa di Cozza è Louzada che rileva un Di Michele ancora una volta evanescente. Pronti, via: il Lecce trova il bis. Doumbia imperversa sulla sua corsia di competenza, trova il varco giusto ed affonda mettendo al centro un pallone velenoso: veloce e sapiente la circolazione della sfera dei salentini che la offrono ai piedi migliori, quelli di Miccoli, che sbatte il pallone in rete.
La Reggina, per la prima volta in stagione, si spegne e dà l’impressione di non aver l’energia, lo spunto di chi non si è rassegnato. La gara si addormenta nel misurato fraseggio giallorosso, ora leggero come la falcata di Doumbia, spina piantata nel fianco destro amaranto. L’ultimo a gettare la spugna è Cozza che prova ad urlare ai suoi che la gara non è finita lanciando un segnale eloquente ai suoi. Viola per Crescenzi, si passa al 4-2-4 con Rizzo che scala al fianco di Camilleri.
Moscardelli per Miccoli, Mannini per Carrozza, Carini per Abruzzese nel Lecce. Encefalogramma piatto della Reggina, Cozza rinunica al modulo spregiudicato. Esordio per Ungaro, al posto di un incolore Masini, che trova spazio da terzino al posto di un Maimone sempre più in affanno con il prosieguo della gara. Lecce-Reggina in archivio senza ulteriori sussulti. Seconda sconfitta consecutiva, primo vero passaggio a vuoto amaranto.
Gianpiero Versace – Reggionelpallone.it
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