Capitano di un miracolo. Se nel calcio indossare la fascia ha un valore particolare, Alessandro Lucarelli può assicurare di aver provato emozioni uniche. Il difensore toscano infatti è stato il capofila di una banda di incoscienti, entrati con irruenza (e indelebilmente) nella storia della Reggina. Un miracolo lungo dieci mesi, che iniziò sul campo del Crotone…: “Quel giorno ci fu un patto d’onore tra noi giocatori e il tecnico. Chi non se la sentiva era libero di andare, chi rimaneva invece doveva dare il 110% per contribuire alla realizzazione di un sogno. In questo modo nacque un gruppo solido e unito come raramente ho visto in altre occasioni“. Intervenuto a ‘Tutti figli di Pianca’ (in studio al consueto trio di conduttori Auspici, Polimeni e Ielasi si è aggiunto Gianpiero Versace), Lucarelli rivive sensazioni e brividi rimasti attaccati sulla pelle: “Il momento della svolta? Direi la vittoria sulla Roma, ottenuta dopo una partenza non brillante in campionato. Quei tre punti ci diedero una spinta emotiva importante, fu lo slancio decisivo per credere nella rimonta“.
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Sogno quasi interrotto sul più bello. Il Castellani di Empoli è Inferno, Purgatorio e Paradiso in 90 minuti. La Reggina, sotto di 3 reti all’intervallo, è virtualmente retrocessa: “Nel sottopassaggio ho rischiato di prendere 2 anni di squalifica (ride). Non volevamo regali ma non ci aspettavamo un Empoli cosi accanito, la loro rabbia nasceva dalla voglia di vendicare la sconfitta dell’anno precedente. Mazzarri ci caricò a dovere nell’intervallo, noi fummo bravi e rimontare e anzi senza quel gol annullato ad Amoruso...”. L’epilogo più dolce in un Granillo stracolmo e deciso ad omaggiare in modo dovuto i protagonisti di una strepitosa cavalcata: “L’unico rammarico è stato quello di non poter giocare contro il Milan, causa squalifica. Ho visto la partita dalla curva, assieme a Foggia, e ricordo gli striscioni e i cori dei tifosi. Poi al fischio finale tutti a festeggiare prima in campo e poi in città , sul bus”. Il bivio di quel campionato durante il mercato invernale. Via Pelizzoli e Leon, Lucarelli incontra Foti e chiede spiegazioni…: “Chiesi al presidente cosa stava facendo, dicendogli che non poteva smantellare una squadra che stava disputando una stagione strepitosa. Lui mi rassicurò dicendo che avrebbe preso giocatori altrettanto bravi, e infatti arrivarono Foggia e Vigiani. Pure io vicino alla cessione? Qualcosa c’era stato..”
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Da un passato di lustrini a un presente polveroso, in terza serie. E’ l’anno zero della Reggina, di nuovo in Lega Pro dopo diversi lustri. Giocoforza, l’idea di Lucarelli di chiudere la carriera in amaranto rimane nel cassetto: “Mi sarebbe piaciuto, ma ho 37 anni e ormai credo di finire al Parma. Di sicuro Reggio Calabria e la maglia amaranto mi sono rimaste nel cuore come in poche altre esperienze della mia carriera”.
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