Mai fidarsi delle apprenze, soprattutto quelle legate al calcio. Un gol può scombussolare animi e caratteri, anche quelli più miti. Francesco Cozza, da calciatore, non è mai stato sopra le righe nei comportamenti o nelle esultanze. L’eccezione che conferma la regola è sotto l’albero di Natale, anno 2005. Il 21 dicembre la Reggina affrontava il Messina al San Filippo, di Di Napoli la rete che rovinava le feste ai tifosi amaranto.  A pochi minuti dal termine, la zuccata di Cozza permetteva a una Reggina in inferiorità numerica (rosso a Tedesco) di tornare a casa con un punto di felicità . Il mite (sino a quel giorno e da un secondo dopo) Cozza festeggiò con esultanza, mani vicino alle orecchie, destinata a diventare cartolina impressa nei ricordi dei tifosi amaranto. La rivalità sportiva, quella sana e priva di qualsiasi violenza, ha permesso di suggellare un rapporto da quel giorno più solido e intenso.
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Pochi mesi dopo la scena, per la Reggina, è ancora più dolce. Il Granillo è teatro degli incubi giallorossi, non è un sogno ma realtà la ‘B’ gigantesca esposta dalla curva Sud, sintesi perfetta per ‘accompagnare’ i nemici dello Stretto tra i cadetti. Ad aprire le danze Francesco Cozza, il primo a firmare il 3 a 0 con il quale gli amaranto firmano la condanna definitiva del Messina. Domani Cozza ritrova il Messina, nuovamente al Granillo ma stavolta da tecnico. ‘Non voglio che l’allenatore abbia la mentalità della squadra, ma che la squadra abbia la mentalità dell’allenatore’, eloquente il messaggio spedito da Cozza alla vigilia del derby dello Stretto. Sarebbe un bel passo di partenza per una Reggina vogliosa di riaccendere la memoria…
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p.r. – rnp
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