“Se tira Amoruso, è gol”. Nei piedi dinamite, nei gesti tecnici eleganza estrema: irresistibile il mix offerto da Nicola Amoruso, attaccante che ha donato nuovo significato alla parola ‘tramonto’ e mandato in visibilio i tifosi della Reggina. L’ex giocatore e dirigente amaranto è intervenuto alla trasmissione radiofonica ‘Tutti figli di Pianca’, condotta da Auspici e Polimeni con il direttore di RNP Ferdinando Ielasi e in onda ogni giorno su Radio Touring. Queste le parole di Amoruso riguardo i suoi ricordi del derby tra Reggina e Messina: “Si tratta di sensazioni uniche, ogni volta mi avvicinavo a questa partita con un’attesa spasmodica. E’ davvero un peccato vederla in serie C anche se in una gara del genere la categoria conta relativamente”. Tanto intensa l’esperienza in amaranto che quasi sfugge il particolare che Amoruso abbia vestito anche il giallorosso: “L’attesa e la passione e vissuta con eguale importante anche dall’altra parte dello Stretto. Con la maglia del Messina saltai la gara del Granillo per una pubalgia, mentre sinceramente non ricordo se giocai al San Filippo. Ma tanto, ero un giocatore finito... (ride, ndr)”.
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I tempi gloriosi della serie A sembrano lontani anni luce, Amoruso li rivive annodandoli proprio alle due vittorie con il Messina e svela un aneddoto che avrebbe senza dubbio cambiato la storia…: “La prestazione nella gara di andata ci diede consapevolezza ulteriore nelle nostre possibilità , al ritorno invece condannammo definitivamente i nostri avversari alla retrocessione. E’ stata una stagione indimenticabile, nata tra mille difficoltà e incertezze. Dopo l’ufficialità della penalizzazione eravamo a pezzi. Tra lo sconforto generale, sarei potuto andare al Cagliari ma alla fine ha vinto la voglia di lottare con la maglia amaranto“. Francesco Cozza il timoniere di un momento più che delicato, il più difficile dell’ultimo decennio. Amoruso si fida pienamente dell’ex compagno di squadra: “La Reggina e Reggio Calabria non stanno attraversando un bel periodo, credo però ci sia la voglia di Foti di non mollare e ripartire. Cozza è l’uomo giusto, la sua ‘Regginità ’ sarà utile per colmare qualche lacuna tecnica. L’inizio è stato incoraggiante, la squadra è partita con il piede giusto”. In chiusura l’ex attaccante amaranto ricorda l’usanza dei pantaloncini alzati e un gesto di Riganò ancora non del tutto digerito…: “La prima volta alzai i pantaloncini per necessità , c’era una ferita alla coscia che mi dava fastidio. Segnai subito e da quel momento, per scaramanzia, li tenni in quel modo. Il gesto di Riganò? Stupido, mi dicono che ancora cammini con la mano attaccata all’orecchio…”
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