Ci siamo. Due giorni, ora più ora meno, al derby dello Stretto. Stop ai timori, stop alle controversie ed alle contraddizioni. Reggina-Messina si gioca. Non una partita qualunque, ma bensì la partita di tutte le partite. Emozioni indelebili, ricordi a volte splendidi a volte amari, che hanno scandito l’amore la nostra maglia al ritmo della passione sfrenata. Torna Reggina-Messina, e non importa che si giochi in Lega Pro piuttosto che in B on in A. Il derby non conosce la categoria, un pò come la fede, quella vera. Simonini, Protti, Totò Schilaci, Scala, Zeman, Amoruso, Cozza, Mazzarri. La serie A che si allontanò dopo la sconfitta al Celeste dell’89. La serie A che si tinse d’amaranto 18 anni dopo, mentre sui gradoni di una Curva Sud ubriaca di gioia veniva srotolata una immensa B tinta di giallorosso. Non basterebbero cento di queste pagine, per riassumere degnamente questa sfida dal fascino impareggiabile. Uomini, colori, storie tutte da raccontare.
In un’altra occasione, probabilmente non avremmo neanche portato avanti appelli ed inviti alla massima partecipazione, per non apparire stucchevoli agli occhi di chi legge. Reggina-Messina tuttavia, rappresenta l’eccezione. Perchè un appuntamento del genere non può non risvegliare il senso di appartenenza verso uno dei simboli più belli e gloriosi di questa città (e non solo di questa città …). La retrocessione indeocorosa, arrivata nell’anno del Centenario, brucia ancora a tutti, su questo non ci sono dubbi. Ma questa Reggina, che ha il compito di ricostruire passo dopo passo il principale movimento calcistico di Reggio Calabria, in queste prime uscite ha dimostrato non solo di sapere esprimere un bel calcio, ma anche e soprattutto di avere valori e spirito di sacrificio. Proprio quello che è mancato l’anno scorso, proprio quello che tutti abbiamo sempre chiesto, o per meglio dire preteso, a gran voce. Ecco perchè merita di avere accanto a sè un ambiente che la spinga a non perdere questo spirito. Ecco perchè, venerdì sera, merita di vedere un Granillo pieno.
Nello scorso campionato, contro il Crotone, la nostra amarezza più grande non è stata tanto la sconfitta, ma bensì vedere solo 900 paganti in un derby che valeva tantissimo, visto che soltanto una settimana prima gli amaranto avevano espugnato Carpi, rimettendosi in corsa per la salvezza. Stavolta, almeno sugli spalti, siamo sicuri che non andrà così. Non vogliamo sbagliarci, non possiamo sbagliarci. Siamo sicuri che Reggio stringerà la sua squadra in un forte abbraccio. Perchè al di là di quale sia la partita o la categoria, il calcio non avrebbe senso senza la sua gente. Il calcio non avrebbe senso, senza il popolo amaranto…
f.i.-rnp
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