Finisce subito, l’avventura in coppa Italia della Reggina. Una sconfitta, quella maturata ad opera della Casertana dell’ex Gregucci, che va accolta senza alcun dramma, sia perchè la posta in palio contava davvero poco, sia perchè gli amaranto hanno trovato sulla loro strada un avversario dalla evidente caratura, che oltretutto si è presentato all’appuntamento con quasi 2 settimane in più di preparazione. Riguardo la prestazione, alcuni aspetti lasciano intravedere segnali positivi, mentre altri dimostrano che c’è ancora tanto lavoro da fare.
DOMINA IL CALDO- Così come nelle previsioni, Cozza disegna un 4-3-3 che vede Masini, attaccante fortemente voluto dal mister, partire subito titolare. I rossoblù rispondono con un atteggiamento molto simile, con Gregucci che affida a Cissè il peso degli ultimi 16 metri. In un clima reso quasi proibitivo (ma come si fa a scegliere certi orari nel mese di agosto?) dal caldo torrido, sia da una parte che dall’altra si vede grande volontà unita ad una più che comprensibile fatica nell’incidere. Le emozioni latitano, anche se i campani si rendono parecchio minacciosi sia al 18′ che al 45′: nella prima occasione Cissè manda fuori di testa, nella seconda Mancino tiene in ansia il Granillo con un bel tiro a giro. La compagine dello Stretto dal canto suo, chiama per la prima volta Fumagalli alla parata, poco prima di rientrare negli spogliatoi, ma il portiere dei falchetti non si fa sorprendere dalla gran botta di Rizzo (poco prima, lo stesso Fumagalli era stato tempestivo nell’anticipo su Masini, lanciato nello spazio da Di Michele).
CRUCIANI GOL, IL CUORE NON BASTA- Tornati in campo, gli amaranto non hanno neanche il tempo di sistemarsi. Camilleri chiude male su un cross dalla destra, favorendo il tiro da pochi passi di Cruciani, lasciato colpevolmente solo nel cuore dell’area: per Kovacsik non c’è nulla da fare, falchetti in vantaggio. Al 5′, sul Granillo potrebbe calare il sipario: Carrus prova il gol della domenica con un destro tanto improvviso quanto mortifero, a salvare Kovacsik è la traversa. Cozza non ci sta, e ordina l’assalto: dentro Louzada per un evanescente Armellino, la Reggina passa al 4-2-3-1. Chi sperava in una reazione, rimane soddisfatto. Di Michele e compagni guadagnano metri, cominciando a rendersi davvero pericolosi. Louzada ha la palla del pari dopo un ottima azione di Masini, ma la mira è da dimenticare. Il forcing reggino porta altre due ghiotte chance, ma nè Di Michele (colpo di testa sul fondo), nè Masini (provvidenziale intervento della difesa rossoblù) riescono a trovare lo spiraglio giusto. La generosità non fa il paio con la capacità d’incidere, la spinta amaranto si affievolisce. Allo scadere, Viola ha l’ultimo pallone disponibile per il pari: l’invito in velocità di Di Michele è delizioso, ma anche il tentativo dell’attaccante di Taurianova non inquadra lo specchio. In pieno recupero, Bruno prova a sorprendere Kovacsik: il portiere ungherese se la cava in qualche modo, evitando ai suoi un passivo che sarebbe stato decisamente ingeneroso.
Finisce con l’applauso della Curva Sud, che al di là della sconfitta riconosce l’impegno della squadra: la cartolina più bella, per una Reggina che deve ancora ritrovarsi e ricostruire…
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f.i.-rnp
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