Se qualcuno, lo scorso agosto, ci avesse prospettato una situazione del genere, gli avremmo davvero riso in faccia. I sogni estivi, le ambizioni di alta classifica, l’entusiasmo per il centenario, i 18.000 di Reggina-Bari. Tutto polverizzato, tutto in frantumi, tutto sommerso da una serie di errori madornali, che a dire il vero si ripropongono da più tempo…
La situazione attuale dei nostri colori, inutile girarci intorno, è delicata. Maledettamente delicata. Il quadro generale, ci impone anzitutto una considerazione importantissima: gli scenari che vengono descritti oggi, sia in positivo che in negativo, possono cambiare repentinamente. Ad oggi, sabato 14 giugno, le possibilità che ha la Reggina di iscriversi alla prossima Lega Pro sono pari a quelle riguardanti il fallimento. Non una di più, non una di meno. La speranza, manco a dirlo, è che tali possibilità vadano aumentando di giorno in giorno. Perchè la prossima settimana, potrebbe davvero essere quella decisiva, per capire se nella Lega Pro 2014/2015 ci sarà anche la compagine dello Stretto.
Ma andiamo con ordine, riepilogando quanto già  riportato in questi giorni. La rincorsa, iniziata con la cessione di Pawel Bochniewicz all’Udinese, continuerà lunedì, quando il Tribunale di Reggio dovrebbe (il condizionale in certi casi è d’obbligo) dare l’ok al piano di ristrutturazione del debito presentato dal club di via delle Industrie. Poi, arriveranno le altre questioni da risolvere: questioni che di certo non sono meno importanti, ma forse sono più complicate. Tra risoluzioni dei contratti ed incentivi all’esodo, bisogna ottenere il consenso di tutti i diretti interessati. Anche in questo caso, attenzione ad un concetto: nessuno è chiamato a concludere gratuitamente il proprio rapporto con la Reggina, ma bensì ad accettare una proroga, una dilazione che inizi da luglio. In parole povere, la speranza del club è che fra tesserati ed ex tesserati ancora a libro paga, si ottenga la rinuncia ai pagamenti così come inizialmente stabiliti, in modo tale da poter superare l’ostacolo delle scadenze relative ai pagamenti stessi.
Finita qui? No, c’è ancora una matassa da sbrogliare. La Reggina non ha liquidità , e dunque è obbligata ad incassare attraverso il mercato in uscita La cessione di Bochniewicz rappresenta una boccata d’ossigeno, ma non basta. Servono altre entrate, che potrebbero arrivare o attraverso due nuove cessioni (Coppolaro, Dall’Oglio e Pambou i nomi più gettonati) o attraverso le comproprietà di Rizzo ed Arrighini, che vanno risolte entro venerdì prossimo.
Un rebus complicato, che a nostro avviso, nella migliore delle ipotesi si potrebbe risolvere solo nelle battute finali, portando ad una iscrizione al fotofinish. Se tutto andrà per il verso giusto, si potrà pensare al futuro, ma anche in questo caso, ci sarà da rincorrere e da lottare, se davvero si vuole ricostruire il calcio nostrano. A proposito, la Reggina inizierà la prossima stagione col “segno meno” in classifica: presumibilmente, i punti tolti saranno 4. Questa è la realtà attuale. Una realtà amara, triste, che fa urlare di rabbia e delusione. Ma pur sempre di realtà si tratta. Non esistono, ad oggi, imprenditori pronti a risanare debiti ed a investire nell’attuale Reggina, non esistono cordate nascoste nell’ombra, non esistono cilindri, maghi e jolly. Salvarsi in extremis, e poi rinascere nel tempo: questa è l’unica strada reale. Non ce ne sono altre. Certo, per ricostruire bisognerà stravolgere i metodi e fare tesoro (con i fatti, non con le dichiarazioni) dei tanti “orrori” commessi. Ma di questo, avremo tutto il tempo per parlarne.
fer.iel.-rnp
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