Altri tempi. Grazie (anche) a Davide Possanzini, il tifoso amaranto sullo spegnersi del ventesimo secolo ha visto i sogni materializzarsi. San Siro, la scala del calcio, lo ha visto assoluto protagonista in una sfida tra Inter e Reggina. Particolarmente doloroso il confronto tra passato e presente, quella di venerdi sarà l’ultimo impegno cadetto degli amaranto, destinati alla Lega Pro: “Ho sofferto come un tifoso, la Reggina non può e non deve stare in terza serie. Ho davvero l’amaro in bocca, non mi aspettavo assolutamente un campionato simile, peraltro nell’anno del Centenario“. Presto sarà tempo di bilanci, Possanzini pone l’accento su un aspetto in particolare: “La stagione è iniziata male e finita peggio, è andato tutto storto. Quando ti ritrovi in quelle posizioni è dura, se non hai esperienza e abitudine a lottare per certi obiettivi difficilmente riesci a salvarti“.
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La Reggina nell’ultima parte di stagione, scevra da obiettivi e priva di stimoli, ha dato ampio spazio al settore giovanile. L’ex attaccante amaranto incoraggia la scelta: “I giovani sono doppiamente importanti, nel presente e in ottica futura. Spero che non tutti i calciatori più interessanti vengano ceduti, cosi nella prossima stagione al fianco di un nucleo esperto potranno rendersi utili. Reggio Calabria e la Reggina non meritano la Lega Pro, nella prossima stagione bisognerà tornare a far pesare il blasone”. Manca ancora la certezza relativa all’iscrizione in Lega Pro, Foti sta cercando di colmare le difficoltà economiche: “Le hanno molte società , la situazione del calcio italiano in generale non è delle più rosee. A mio parere è questo più che mai il momento di puntare sui giovani, la Reggina nell’ultimo decennio ha dimostrato come si può lavorare in modo egregio con il settore giovanile”.
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Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Possanzini ha intrapreso la carriera di allenatore. Prima esperienza con gli Allievi del Brescia, le soddisfazioni non sono mancate: “Potevamo fare meglio in classifica, ma giochiamo con ragazzi di un anno più piccoli rispetto alle squadre avversarie. Vederli crescere è l’orgoglio principale, sono entusiasta di questa nuova esperienza. Ho altri due anni di contratto, non so ancora in quale categoria ma continuerò il mio lavore con il settore giovanile“. La società lombarda utilizza una filosofia simile a quella attuata dalla Reggina, legata alla crescita (e successiva vendita) dei giovani provenienti dal settore giovanile. Possanzini ne indica tre dal futuro promettente: “Cragno è quello più conosciuto. E’ stato il portiere titolare in questa stagione, ha qualità importanti. Tra gli esordienti segnalo il difensore Coly e il centrocampista Morosini, in gol ieri contro la Juve Stabia. Hanno tutte le carte in regola per assicurarsi un futuro in serie A, certo le premesse confortanti dovranno essere mantenute”.
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pa.rom. – rnp
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