L’Avellino mantiene in vita il sogno playoff, la Reggina saluta l’ultima trasferta di questo mortificante campionato con l’ennesima sconfitta. Anche questo, un copione più che prevedibile, anche se, ad onor del vero, va detto che la “linea verde” degli amaranto di segnali positivi ne ha lanciati davvero pochi.
SCELTE INIZIALI- Rastelli decide di non rischiare Galabinov (reduce dall’amichevole Bulgaria-Canada) ed affida il peso dell’attacco alla coppia Soncin-Castaldo, con Ciano a fare da treuartista. La coppia Gagliardi/Zanin, replica con difesa a 4 e modulo ad una sola punta: il terminale offensivo, anche questa volta, è Fischnaller.
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TUTTI DIETRO…Sin dalle battute iniziali, gli irpini presidiano la metà campo della compagine dello Stretto, vanamente prodigata alla “difesa del nulla”. Al 13′, il tiro di Ciano respinto da Pigliacelli si trasforma in un assist per Castaldo, con quest’ultimo che timbra un clamoroso palo. La replica amaranto arriva 5 minuti dopo, con un bel tiro di Dall’Oglio che si perde di poco fuori. I biancoverdi dell’ex Rastelli, hanno motivazioni e fisicità decisamente superiori, ed iniziano a premere sull’acceleratore, avvalendosi dei pericolosi inserimenti di Arini, che al 24′ chiama Pigliacelli alla difficoltosa respinta in corner. I cross nell’area reggina si susseguono, su uno di questi Soncin al 30′ prende il tempo a Coppolaro, ma la sua girata è leggermente fuori misura. La pressione locale, dà i suoi frutti al 32′. La scena, è di quelle viste e riviste fino allo sfinimento: su calcio d’angolo da destra, nessuno si preoccupa di contrastare Fabbro, la cui inzuccata termina in fondo al sacco. Passata l’ansia da risultato, l’Avellino amministra e detta i tempi, giocando sul velluto. La Reggina, dal canto suo, continua a farsi vedere solo con tiri dalla distanza: il secondo tentativo è di Fischnaller, ma anche in questo caso la mira risulta leggermente imprecisa.
SENZA STORIA- Nella ripresa, Rastelli si gioca due cambi nel giro di nemmeno 10 minuti: ad uscire sono prima il claudicante Fabbro e poi Soncin (quest’ultimo, che al 6′ aveva mancato nuovamente il bersaglio di testa, non sembra affatto contento del cambio…), rilevati rispettivamente da Bittante e Galabinov. Gagliardi e Zanin, replicano togliendo un impalpabile Sbaffo, ed inserendo Maza. I minuti adesso scorrono in modo lento, quasi noioso: al 15′ Ciano spreca la palla per chiudere i giochi, calciando alto. Al 21′, cambio forzato per la compagine dello Stretto: Lucioni è costretto all’uscita anticipata dopo uno scontro fortuito con Dall’Oglio, a prendere il suo posto è un alto esordiente, ovvero Salandria. Al 28′, il bis campano: D’Angelo vede e serve Galabinov, il quale va via di forza a Coppolaro e scarica alle spalle di un incolpevole Pigliacelli. Per l’attaccante locale, giusto il tempo di timbrare il cartellino, visto che da lì a poco anche lui uscirà per problemi fisici, lasciando spazio a Lardiere. Ormai si aspetta solo il triplice fischio, ma al 34′ c’è gloria anche per Ciano, bravo a trovare il tris con un piazzato in grande stile che termina la sua corsa alla sinistra di uno sconsolato Pigliacelli. Sui titoli di coda, può sorridere Ammirati, anch’esso al debutto nel calcio professionistico. Gli amaranto potrebbero ridurre il passivo con Salandria, ma Seculin respinge il tiro ravvicinato del centrocampista, negandogli la gioia di segnare al debutto. L’ultimo sussulto di una gara senza alcuna storia, lo regala Lardiere, che non trova il poker per una questione di centimetri.
La buona notizia, per i tifosi della Reggina, è che venerdì finisce il campionato…
f.i.-rnp
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