In un Granillo deserto come non mai, la Reggina mantiene fede a quanto prefissatosi in settimana: chiudere con dignità una stagione inguardabile, lanciando al contempo il maggior numero possibile di “prodotti del vivaio”. Il pareggio, ovviamente, non sposta di una virgola l’economia di questo sciagurato campionato, ma di sicuro, oggi a mettersi le mani nei capelli sono gli avversari, i quali perdono in riva allo Stretto le ultimissime speranze di agganciare la zona play-off.
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FUORI DI MICHELE, LAMPO FISCHNALLER- Nelle fila amaranto la sorpresa riguarda Di Michele, che non figura nemmeno in panchina: in attacco, proprio come a La Spezia, spazio a Fischnaller, che agisce da unica punta. Sul fronte lombardo invece, Iaconi recupera Di Cesare ma non Sodinha, affidando a Grossi il compito di sostenere Corvia. La Reggina parte in maniera abbastanza vivace, mentre il Brescia, di contro tutto sembra tranne che una squadra costretta a vincere ad ogni costo. I taccuini cominciano a riempirsi intorno al quarto d’ora, quando Barillà , complice una deviazione, sfiora il palo. Proprio il centrocampista catonese, che nella prima frazione sembra avere l’argento vivo addosso, si ripete al 26′, ma anche la seconda conclusione, deviata dalla difesa bresciana, termina fuori di pohissimo. Al 30′, la Reggina passa: un lancio dalle retrovie di Dall’Oglio trova gli avversari colpevolmente distratti, Fischnaller ringrazia e si invola verso Cragno, battendolo con un preciso diagonale (nel tentativo di inseguire l’altoatesino, Di Cesare si fa male, e 3 minuti dopo lascerà il campo a Lancini). La reazione delle “rondinelle”, che fino a quel momento si erano fatte vedere solo con una “sassata” fuori misura di Olivera, è tutta nelle conclusioni di Zambelli e Grossi, ma anche in questo caso la mira risulta difettosa.
SORRISI AMARANTO, LACRIME BIANCAZZURRE- Nella ripresa, Iaconi cambia subito: fuori un centrocampista, Finazzi, e dentro Sodinha. Nonostante la mossa del tecnico, unita alla contestazione dei 100 tifosi al seguito, gli ospiti continuano a sonnecchiare. Gagliardi e Zanin, dal canto loro, cercano di aumentare la fase di copertura, rinunciando a Sbaffo per Pambou. All’11, la compagine dello Stretto potrebbe chiudere i giochi: la combinazione Dall’Oglio-Fischnaller ricorda in tutto e per tutto quella che aveva portato al gol, ma stavolta l’attaccante sceglie l’assist per Contessa, sul quale Benali sfodera un recupero decisivo. Al 23′, debutto in serie B per il giovanissimo Caruso, che prende il posto proprio di Fischnaller (anch’esso applaudito a scena aperta dai pochissimi presenti, proprio come era capitato a Sbaffo). Al 27′, il Brescia si sveglia dal letargo, ma il diagonale di Scaglia si spegne a lato dopo aver attraversato tutto lo spechio della porta difesa da Pigliacelli. Proprio quando si profilava il successo a sorpresa, la compagine dello Strretto si fa trovare impreparata sul perfetto corridoio “disegnato” da Morosini (ottimo l’impatto del neo entrato) per l’inserimento di Grossi: il fallo di Lucioni è netto, il direttore di gara indica gli undici metri ed espelle il difensore per fallo da ultimo uomo. Dal dischetto ci va Corvia, che spiazza Pigliacelli con una trasformazione impeccabile. Da quel momento, è tutta un’altra storia. Il Bescia attacca a testa bassa, colpendo due pali clamorosi nella stessa azione, prima con Corvia e poi con Morosini. L’unica emozione di marca amaranto invece, riguarda un altro debutto: prima presenza in B anche per Coppolaro, che rileva Adejo.L’ultimo brivido a tempo ormai scaduto, ma Corvia spreca un altro match point, calciando fuori a tu per tu con Pigliacelli. Al fischio finale del signor Fabbri, timidi sorrisi per la linea verde reggina, mentre i calciatori bresciani si lasciano cadere sul prato verde, e qualcuno di essi scoppia addirittura in lacrime…
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