In principio fu Reggina-Bari. L’antipasto della stagione che ancora si deve concludere prometteva bene per gli amaranto, impegnati al Granillo contro la formazione pugliese in uno scenario che ricordava da vicino i campionati disputati in serie A. L’incipit e l’apice invece sono coincisi, è quello il ricordo migliore di un Centenario da dimenticare in fretta. A Bari si vive una situazione diametralmente opposta, la formazione pugliese crede nel sogno serie A ed è attesa da giorni cruciali per quanto riguarda il futuro societario. Per capirne di più sui possibili scenari della società biancorossa, RNP ha intervistato Claudio Sottile, responsabile della comunicazione istituzionale per quanto riguarda l’Aic di B e collaboratore di Tuttobari.com.
Claudio, è corretto dire che il destino del Bari è atteso a un bivio ?
“Vero. La data chiave è quella del 12 maggio, giorno della seconda asta. La prima era andata deserta, fatto salvo per la proposta della cordata indiana, gestita da Paparesta”.
Proposta però nemmeno presa in considerazione.
“Il Tribunale ha deciso di non accettare le garanzie bancarie proposte dagli indiani, stavolta invece sarà contemplato anche il bonifico bancario, di conseguenza c’è ottimismo riguardo la possibile fumata bianca”.
E’ l’ultima data utile?
“Per quanto riguarda l’iscrizione al prossimo campionato di serie B si, non ci sarebbero i tempi tecnici. Se nessuna cordata il 12 maggio dovesse acquistare il Bari, il calcio in quella città rischierebbe seriamente di sparire. Potrebbero aprirsi nuovi scenari, ma legati al massimo al prossimo campionato di Serie D”.
Parliamo di cifre, quanto serve per acquistare il club biancorosso?
“Nella prima asta la base di partenza era fissata a 4 milioni e 300 mila euro, stavolta sarà di 3 milioni e 500 mila euro. Servirà un deposito cauzionale di circa 2 milioni e mezzo di euro, il rilancio minimo sarà di 200 mila euro”.
Quali sono le sensazioni in citta? Partirà una nuova era a Bari?
“C’è ottimismo, l’entusiasmo che si respira è palpabile, allo stadio San Nicola ma anche in città. Bisogna però attendere il 12 maggio, è difficile prevedere gli sviluppi. Già in un paio di occasioni alcune cordate non hanno dato seguito all’interesse iniziale di acquistare il Bari”.
Quali i rumors che preannunciano il prossimo proprietario del Bari?
“Sicuramente la cordata indiana sembra essere quella maggiormente interessata, dietro c’è il nome di Gianluca Paparesta, ex arbitro e dirigente biancorosso. La proposta indiana è arrivata in seconda battuta, dopo che i russi si sono dovuti ritirare in seguito ai problemi in Crimea che hanno bloccato gli investimenti delle persone interessate. Gli indiani sembrano seriamente interessati, un loro emissario sarà per la prima volta al San Nicola sabato, in occasione di Bari-Juve Stabia”.
Nessun altro candidato?
“C’era un fondo inglese legato a Di Campli, avvocato e procuratore di Verratti tra gli altri, ma si è defilato. Due imprenditori edili, il canadese Pecorelli e l’italo-americano Di Pizza si sono detti pronti a sostenere Paparesta e la cordata indiana. E’ uscito il nome di Vigorito, presidente del Benevento, ma non c’è stata nessuna conferma sinora in merito”.
Sabato sono previsti 40 mila spettatori al San Nicola, l’entusiasmo è crescente e senza limiti.
“Se penso al Bari-Reggina di inizio 2014 stento a crederci. Si vive un clima irripetibile, anche gli allenamenti vengono seguiti da migliaia di persone. Un entusiasmo simile potrà davvero trascinare la squadra ai play-off, obiettivo che senza penalizzazione sarebbe già quasi in tasca”.
Come è possibile passare da poche centinaia di tifosi al quasi ‘tutto esaurito’ nel corso della stessa stagione?
“Grossa parte della tifoseria aveva detto ‘mai più allo stadio con i Matarrese’, ed è stata di parola, una volta chiusa quella parentesi sono accorsi di nuovo in massa al San Nicola. C’era una frattura profonda e insanabile, adesso si respira un clima diverso. Gli imprenditori interessati non possono non notare le potenzialità che regala una piazza come quella di Bari”.
A Reggio Calabria, per certi versi, la situazione non è molto diversa. Problemi economici e di rapporti con la tifoseria sembrano mettere alle corte Foti. Come se ne potrebbe uscire?
“La Reggina ha un punto a favore e uno a sfavore. L’imminente retrocessione in Lega Pro rappresenta la nota dolente, risalire dalla terza serie è diventato difficilissimo, basta guardare cosa succede al Lecce. Questo non può che spaventare eventuali investitori. Un centro sportivo come quello del S.Agata invece è l’aspetto da sottolineare positivamente e con il quale si potrebbero attrarre nuovi soci”.
Che, al momento, non sembrano sbucare all’orizzonte…
“A Bari si è rivelata determinante la figura di Paparesta, un personaggio simile credo sarebbe molto utile alla Reggina. Paparesta per circa quattro anni è stato assessore comunale, in quel periodo ha viaggiato molto all’estero, e tessuto rapporti con diversi imprenditori stranieri. Questo ha facilitato il suo compito nel momento in cui si è trattato di cercare cordate disposte ad acquistare il club pugliese”.
pa.rom. – rnp
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