Nessuna sorpresa, tutto come previsto. L’ultimo turno della stagione regolare, certifica i verdetti
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“annunciati”, sia nella zona playoff che in quella relativa alla retrocessione. Ma andiamo con ordine, inziando dalla passerella finale di “sua Maestà ” Savoia. Di fronte a 6.000 spettatori (da brvidi, la coreografia inscenata dalla Sud del Giraud ), l’undici di Feola non fa sconti nemmeno al Città di Messina, infilando a 8 minuti dal termine il successo numero 25: per i dominatori del campionato il giusto modo di chiudere la stagione, per i peloritani un ko reso indolore dalla contemporanea sconfitta del Due Torri, che di fatto consente ai giallorossi di giocare in casa i playout.
Nessun problema per l’Akragas, che domina il lungo ed in largo il derby contro un Noto già in vacanza. Gli agrigentini, unica squadra capace di dare qualche piccolo grattacapo al Savoia, disputeranno la finale playoff senza dover passare dalla semifinale, anche se ripenseranno sicuramente alla sorprendente sconfitta interna, subita nella 32^ giornata ad opera del Rende: a Vitale e compagni infatti, quel giorno sarebbe bastato prendere anche un punto, quel giorno, per vincere la coda post-campionato senza neanche doverla disputare. Restando alle zone “nobili”, l’Agropoli non fa scherzi, pareggiando in casa contro la Nuova Gioiese e rendendo possibili i playoff: Pascu ad inizio ripresa spaventa il pubblico locale dopo aver scartato anche il portiere avversario, ma a 15′ dalla fine Tarallo rimette le cose apposto. A proposito dei viola, il sesto posto finale la dice lunga, sulla bontà del lavoro svolto dai ragazzi di Dal Torrione. A sfidare l’Agropoli nella semifinale playoff, sarà la Battipagliese. I bianconeri, già certi del quarto posto, si sono presentati a Capo d’Orlando con tanti giovani, ed alla fine ha prevalso la maggior “sete” di vittoria dei padroni di casa, i quali, grazie a questo successo, riescono a salvarsi nonostante un girone di ritorno da incubo.
Quanto visto a Cava dei Tirreni, è davvero roba da teatro dell’assurdo. Con tutto il rispetto per chi è sceso in campo, ci chiediamo che senso abbia avuto “umiliare” in quel modo il Licata, presentatosi all’appuntamento solo per mantenere il titolo sportivo (i calciatori siciliani tra campo e panchina non superavano le 13 unità , ed il più grande aveva 18 anni). Il 19-5 finale (!) serve solo a De Rosa, il quale, con i 9 gol realizzati, si laurea capocannoniere. La fiera del surreale tuttavia, non è finita qui, visto che gli “aquilotti” in questa gara erano privi di tutto lo staff tecnico, dimessosi insieme al direttore sportivo prima del fischio iniziale: il comunicato ufficiale successivamente diramato, parla di “pressioni subite dai tifosi, i quali avevano chiesto l’utilizzo nella formazione di due calciatori di Cava”.
Hinterreggio e Montalto, non si sono fatte male. Il salomonico pareggio a reti bianche, maturato sul neutro di Cutro, è utile soprattutto ai silani, che possono brindare al prossimo campionato di serie D senza dover passare dalla pericolosissima coda degli spareggi. Per i reggini invece, la partita adesso si gioca sulle vicende extracalcistiche, visto che il ritorno dell’interdittiva, mette seriamente a rischio il futuro della società di viale Messina.
Nonostante l’immenso dolore, causato dalla tragica scomparsa del giovane Marco Salmeri, il Due Torri è stato costretto a giocare, rendendo visita al Pomigliano. Uno sguardo commosso verso il cielo, prima di lasciare spazio alla cinica (ed in questo caso, sbagliata…) regola, secondo la quale “lo spettacolo deve continuare”. L’1-0 finale, consente ai padroni di casa di poter far festa: gli uomini di Seno infatti, dopo aver vinto la Coppa Italia si trovavano sospesi tra l’ncubo playout ed il sogno di accedere direttamente alla semifinale nazionale playoff. Il Due Torri invece, come detto all’inizio si giocherà la serie D ai playout, sul campo del Città di Messina.
Fino al minuto 94 di Torrecuso-Rende, si profilavano i playout tra gli stessi silani e la Vibonese. Proprio all’ultima curva però, l’ex Hinterreggio Ginobili ha fatto impazzire di gioia sia la propria squadra che la trentina di tifosi rendesi, sistematisi nell’occasione a ridosso del campo (la partita in questione, proprio come quella di Cutro, si giocava a porte chiuse). Per il Rende una salvezza che profuma di miracolo sportivo, ma la Vibonese, retrocessa nonostante i 3 punti a tavolino (i rossoblù, avrebbero dovuto giocare con il Ragusa), non ha per niente mandato giù la “differenza di motivazioni” emersa tra le due squadre, affidando il proprio malcontento ad un durissimo comunicato (clicca qui). Per quanto ci riguarda, da un lato comprendiamo la rabbia del club rossoblù, ma dall’altro crediamo che l’indice accusatorio, sulle partite “di fine campionato” andrebbe puntato molto prima, e non solo quando determinati risultati toccano i propri interessi. E’ vero, il Rende ha avuto la fortuna di trovare sulla propria strada un Torrecuso senza stimoli, ma lo stesso è capitato all’Orlandina contro la Battipagliese, e se vogliamo, anche al Montalto, contro l’Hinterreggio: partite così, nel calcio italiano se ne vedono a decine in tutti i campionati. Non è un andazzo giusto? E’ una mentalità che deve cambiare? Bene, decidiamolo subito, discutiamone ed arrabbiamoci fin dall’inizio della stagione, ma non dopo l’ultima giornata…
Capitolo numeri e statistiche. Nonostante il “risultato farsa” col Licata, la Cavese non riesce ad ottenere il titolo di miglior attacco, che spetta al Savoia (86 gol realizzati dalla capolista, contro gli 84 dei “cugini”). Lo stesso Savoia, chiude al primo posto anche alla voce vittorie (25 successi in 34 partite) e differenza reti (+58) mentre lascia all’Akragas sia il primato di miglior difesa (24, le reti subite dai siciliani) che quello relativo al minor numero di pareggi (6). Restando in tema di pareggi, il maggior numero di segni “x” (16) è di Montalto e Due Torri.
Per quanto concerne i record negativi, quattro sono del Licata: minor numero di vittorie (4), maggior numero di sconfitte (19), peggior difesa (86 gol subiti) e peggiore differenza reti (-54). Il peggior attacco tuttavia, è della Vibonese: i rossoblù, hanno messo a segno solo 29 reti.
Ultimo atto, dedicato alla classifica dei cannonieri. I nove gol rifilati al Licata, come detto prima consentono a De Rosa di toccare quota 30 e conquistare il titolo di re dei bomber (ci viene in mente uno spot, che diceva “ti piace vincere facile?”…). Alle sue spalle, con 24 reti, Scarpa del Savoia (è lui, il vero capocannoniere del girone…), mentre al terzo posto, a quota 20, troviamo il duo Manzo-Tarallo. Il portabandiera delle squadre calabresi, è invece Piemontese del Montalto: 9° posto in classifica generale, con 12 realizzazioni.
f.i.-rnp
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