Solo contro tutti. Nella sua lunga dissertazione, Foti ha lasciato trasparire di essersi sentito tradito da alcune componenti: “Mi è dispiaciuto parecchio di questa situazione, sento tante chiacchiere e noto una spasmodica ricerca del capro espiatorio. Questo è un momento di analisi, utile per guardare le cose in maniera serena. Ho la stessa passione di 28 anni fa, e ho sempre agito per il bene di questa società. Anche quando è stato scoperto qualche vizietto, fatto solo per rimanere interni a un sistema che altrimenti ci avrebbe estromesso”.
Torna a tenere banco la questione legata ai tre deferimenti. Sul primo Foti continua a dirsi sicuro delle proprie ragioni: “Abbiamo inserito sul nostro sito ufficiale il documento che confermava il nostro pagamento entrò il 16 dicembre, tutti i tesserati della Reggina a settembre e ottobre hanno ricevuto lo stipendio nei tempi previsti. Non mi pongo nemmeno il problema da questo punto di vista, ho chiesto al presidente federale che la Reggina venga prosciolta”. Servirà il contradditorio per chiarire la situazione riguardante gli altri due deferimenti: “ Credo ci sia un errore di valutazione della Covisoc. Con gli ex tesserati che sono partiti con un incentivo all’esodo, e mi riferisco ai vari Bonazzoli, Colombo e Zizzari, la società non ha l’obbligo di pagare entro i tempi stabiliti per i normali tesserati”. Alla nostra domanda riguardo il deferimento legato ai contributi Irpef ed eventuali nuovi deferimenti, Foti preferisce non sbilanciarsi: “Preferisco affrontare con gli organi preposti la situazione specifica, faremo valere le nostre ragioni. Non escludo che i problemi legati alla mancanza di liquidità possano avere ripercussioni con altri deferimenti ed eventuali penalizzazioni da scontare nel prossimo campionato”.
Aperture a possibili nuove realtà e questione relativa al cambio di cariche societarie, Foti chiarisce anche questo doppio aspetto: “Io mi sono sempre offerto ad eventuali compratori, a fatti e non a chiacchiere non si è fatto mai vivo nessuno. In futuro non so se ci sarò io o un altro non lo so, rimane però la forza di questa società. Se ho pensato di mollare? Ho pensato a soluzioni esterne, c’è stato qualche colloquio abbastanza interessante e che facevano presupporre a sviluppi futuri. Non ho mai avuto richieste precise ma confronti, in particolare sullo stadio Granillo. Il cambio dell’organigramma societario è stato una delle pagine più tristi e brutte della mia esperienza. Non è egoismo o altro, l’ho fatto nell interesse esclusivo della società e preferisco non aggiungere altro”.
Quali orizzonti per il futuro? Il patron amaranto non ha la palla di vetro e preferisce abbracciare argomentazioni che riguardano a 360 gradi il calcio italiano: “Progetti per la Lega Pro ancora non ne faccio, aspettiamo la matematica ed altre possibili situazioni che potrebbero verificarsi – dichiara un Foti sornione riferendosi ad eventuali fallimenti- e che tengo per me. Ci tengo a dire però che il calcio del futuro deve essere diverso, serve che ci sia spettacolo in campo e sugli spalti, la cultura del ‘tu vinci io perdo’ non coinvolge più i giovani. A Cesena l’unica cultura diversa, quella più vicina a come la vorrei io, legata alla partecipazione e al sostegno”.
pa.rom. – rnp
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