La linea divisoria tra verdetto (Palermo promosso) e sentenza (Reggina retrocessa) si fa sempre più sottile. Siciliani e calabresi si sfiorano, incrociandosi in un purgatorio lungo rispettivamente uno e cinque anni, prima dei traghettamenti antitetici verso paradiso ed inferno. I pronostici della vigilia non vengono ribaltati, Iachini e suoi conquistano l’intera posta in palio, contro una Reggina che non salva il risultato ma mantiene un moto d’orgoglio per conservare almeno la dignità di squadra.
La sfida si risolve con il minimo scarto, decisivo un gol di Dybala alla mezz’ora. La prepotenza di Lazaar sulla sinistra è difficilmente arginabile da Di Lorenzo; il pallone crossato, diventato vagante dopo un flusso di rimpalli, è predato dall’attaccante argentino, giunto al quarto sigillo in campionato.
La Reggina, fino a quel momento, non demerita affatto. Gagliardi e Zanin si presentano al Barbera con una squadra rivoluzionata negli interpreti rispetto all’ultima uscita, con Di Lorenzo, Contessa, Bochniewicz, Foglio e Dumitru dal primo e Di Michele e Fischnaller fuori. Sbaffo potrebbe portare in vantaggio i suoi a margine di un’azione improvvisa, ma Sorrentino dice no. Dal gol mangiato a quello subito si intersecano solo quattro minuti, la doccia per gli amaranto è freddissima. Il Palermo avrebbe anche l’opportunità di raddoppiare, ma sul finale di tempo Terzi e Bolzoni non sono lucidi sottoporta.
Con orgoglio la Reggina esce dagli spogliatoi con il piglio di chi vuole vendere cara la pelle, ma Sorrentino vince nuovamente il duello a distanza con Sbaffo (gran parata sulla sventagliata dell’ex Ascoli). Gagliardi e Zanin capiscono che bisogna, inserendo Di Michele per Foglio e, in un secondo momento, Gerardi per un acciaccato Sbaffo. Le occasioni migliori, tuttavia, le costruisce il Palermo, che va vicino al raddoppio con Pisano e Barreto. La sfortuna e un prodigioso Pigliacelli dicono di no. Ma basta Dybala a un Palermo che si proietta già alla prossima Serie A. Per la Reggina resta solo il tempo di guardare il monitor che mostra i risultati, freddi come titoli di coda. Padova, Cittadella e Novara hanno vinto: il baratro si apre ancora di più, il vuoto per gli amaranto diventa vertiginoso.
Francesco Mansueto – Reggionelpallone.it
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