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Va al dottor Zorzi e alla sua ricerca “Cardiomiopatia Aritmogena del ventricolo sinistro: una nuova causa di morte improvvisa dell’atleta in cerca di definizione diagnostica e strategia terapeutica” la prima borsa di studio in memoria di Piermario Morosini, il calciatore scomparso il 14 aprile 2012 durante la gara Pescara-Livorno. La borsa di studio, istituita dalla Figc e assegnata grazie al lavoro di selezione della Commissione Scientifica presieduta dal Prof. Paolo Zeppilli e composta dai Prof. Domenico Corrado, Pietro Delise, Attilio Maseri e Antonio Pelliccia, è stata consegnata oggi dal presidente della Federcalcio Giancarlo Abete nel corso del convegno “Al … cuore del problema: la prevenzione della morte improvvisa sui campi da calcio” svoltosi a Coverciano, al quale sono intervenuti il vice presidente vicario della Figc Carlo Tavecchio, il presidente dell’AIA Marcello Nicchi e il direttore generale della Figc Antonello Valentini.
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“Questa è l’occasione – ha ricordato il presidente federale – per commemorare un giovane come Piermario Morosini, che ci ha lasciato in circostanze tragiche sulle quali saranno gli organi preposti a fare chiarezza. Lo vogliamo ricordare con una borsa di studio a favore del dott. Zorzi, ma nel contempo vogliamo migliorare il livello di contrasto ai fenomeni di morte improvvisa sui campi da calcio. L’Italia è avanti rispetto a tanti paesi, ma questo non basta: dobbiamo cercare di migliorarci ancora e, per quanto ci riguarda, dobbiamo interrogarci sulla capacità di quello che la Figc può fare affinché non si ripetano queste situazioni”. “Oltre al sostegno alla ricerca, il nostro obiettivo è oggi quello di darci una più adeguata struttura organica e poi professionalizzare l’ampia area del volontariato”. Al riguardo, Abete ha annunciato che nel prossimo Consiglio Federale saranno meglio strutturati il Dipartimento Medico della Figc e la Sezione Medica del Settore Tecnico, “con l’obiettivo di fare sistema per aggredire i problemi e ottenere risultati”. Al tempo stesso, il presidente della Figc ha ricordato gli altri obiettivi in tema di salute: sempre maggiore impegno per le tematiche antidoping, la ricerca sulla SLA, l’informazione per la corretta alimentazione, il rafforzamento dei sistemi di controllo, “considerato come la visita sportiva sia oggi l’unico check up dello stato di salute dei giovani”.
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L’incontro, introdotto dalla relazione del Prof. Paolo Zeppilli dal titolo “La morte improvvisa nei campi di calcio: cosa abbiamo fatto e cosa possiamo fare”, è stata l’occasione per dibattere sul ruolo della Figc a favore della prevenzione medica e vi hanno preso parte i medici dei club professionisti e i tecnici impegnati in questi giorni nel Corso Allenatori Uefa B, che hanno sostenuto anche un corso per operatore BLS-D. “Abbiamo investito molto – ha detto il prof. Zeppilli – in termini di regolamentazione, di interventi per la qualificazione degli operatori sul campo ma anche sulla ricerca. La Federcalcio ha istituito questa borsa di studio per finanziare il lavoro di un giovane ricercatore proprio sulla malattia che è stata la causa della morte di Morosini, una forma molto rara di cardiopatia aritmogena sulla quale poco sapevamo e speriamo di saperne in futuro molto di più”.
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Alla fascia amatoriale-dilettantistica si è rivolto il dott. Vincenzo Castelli, presidente dell’omonima Fondazione intitolata a Giorgio, il figlio deceduto per morte improvvisa durante un allenamento con la sua squadra di calcio nel 2006. Castelli ha a illustrato uno studio relativo al periodo 2006/2012: in totale 592 morti cardiache improvvise nello sport italiano, tra i quali 490 amatori e 102 tesserati per federazioni sportive; di questi decessi avvenuti tra i tesserati, solo 1 era un professionista, Morosini. L’attualità , con la morte di uno spettatore sugli spalti del Mapei Stadium nel corso della gara di ieri tra Sassuolo e Roma, riguarda inoltre anche la cardioprotezione dello stadio: Castelli ha fatto notare come ci sia una morte improvvisa ogni 5/10 partite in uno stadio da 50.000 posti.
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Dopo la consegna del premio, il dott. Zorzi ha illustrato la fasi del progetto vincitore: analizzare la variante più rara della cardiomiopatia aritmogena, che colpisce il ventricolo sinistro e che nella metà dei casi non emerge con un semplice elettrocardiogramma ma necessita di una risonanza magnetica. La conclusione è stata affidata a Valentini: “Riteniamo doveroso proseguire sulla linea intrapresa anche attraverso questa borsa di studio e abbiamo bisogno dell’aiuto di medici competenti e specializzati, così come di allenatori che sono spesso in grado di rapportarsi ai ragazzi meglio che gli stessi genitori”.
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rnp (fonte: figc.it)
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