Tre campionati a lavorare fianco a fianco con gli allenatori, accompagnandoli nella preparazione dei
portieri. Salvatore Periti ha rassegnato le sue dimissioni e da qualche giorno non fa più parte dello staff di mister Ferraro all’Hinterreggio. Tornato in riva allo Stretto in occasione dell’avvento in panchina di Gaetano Di Maria (con il quale aveva da sempre collaborato), Periti aveva quasi concluso il suo terzo campionato in biancazzurro: “Il bilancio è positivo – sottolinea ai nostri microfoni – . Con mister Di Maria siamo riusciti a portare la squadra in Lega Pro al primo tentativo. Per anni avevamo provato invano il salto di categoria in Sicilia. Fu una grande annata e ci siamo riusciti anche grazie all’operato della società che ci ha consentito di lavorare con una squadra importante. Considero positivo anche il secondo anno in biancazzurro, al di là della retrocessione arrivata dopo la lotteria play-out. Stavamo per portare a compimento un altro miracolo sportivo. Quest’anno invece, tra tante difficoltà soprattutto nel mese di dicembre, il campionato è quasi giunto al termine ed il difficile sembra essere stato fatto: la salvezza, a meno di clamorosi ribaltamenti, credo sia raggiunta. Lo sprint decisivo lo abbiamo compiuto riuscendo a raccogliere punti importanti contro le squadre di vertice”.
Il motivo di queste sue dimissioni? “Ho lasciato la squadra a cinque giornate dal termine per motivi personali. Il calcio mi scorre nelle vene e, pur essendo laureato in statistica, resta il pallone la mia grande passione e quindi anche la mia professione. Una scelta dolorosa ma inevitabile al momento, fermo restando che mi ha fatto piacere, dopo tanti anni in Sicilia, lavorare in una squadra della mia città e vincere il campionato di Serie D“.
Ruolo difficile quello del portiere: come bisogna lavorare per ottenere il massimo rendimento? “I risultati del mio lavoro sono sempre stati positivi e lo dico anche con un pizzico di presunzione. Alla base di tutto io pongo i rapporti umani. Cerco sempre di coinvolgere i ragazzi e, facendo leva su questo, cerco di ottenere il massimo da loro, integrando chiaramente il tutto con le conoscenze tecniche che possiedo. Abbiamo sempre parlato al plurale sia quando si faceva bene sia quando si faceva male. Quando si sbagliava o meno eravamo tutti presi in causa, non solo chi era in campo, ma anche io in panchina, nonché il secondo portiere“.
Alessandro Cutrupi, Riccardo Mengoni, Gabriele Parisi. Loro tre i pipelet allentati da Periti: “Tre ragazzi straordinari, senza dimenticare neppure Cambareri, Maggio e De Luca. Con tutti ho conservato un grande rapporto. Mengoni è sprecato in questa categoria, in quanto ha dimostrato di poter giocare ad occhi chiusi in Lega Pro. Cutrupi era stato chiamato ad un difficile ruolo, quale quello di portiere titolare in una squadra che doveva vincere a tutti i costi il campionato. Pressione per la squadra e pressione di conseguenza anche su di lui che non brillò nel girone di andata, al contrario di quello di ritorno dove riuscì a fare la differenza, nonostante la giovane età. In quella annata, Cambareri lo sostituì degnamente in alcune partite. Con Parisi invece ci ho lavorato da tanti anni. E’ un classe ’95 e fino all’anno scorso giocava nei campionati giovanili. Con lui siamo riusciti a compiere il passaggio importante dal settore giovanile alla prima squadra, effettuando un lavoro analitico in quanto non aveva l’assillo del risultato visto che negli anni scorsi aveva il ruolo di terzo portiere. Senza l’ansia della partita è cresciuto tantissimo in termini di esperienza ed anche lui ha dimostrato di poterci strare in questa categoria. Per questo devo anche ringraziare De Luca, che si è messo da subito a disposizione non mettendo pressione su Parisi, aiutandolo in più frangenti. Così facendo mi è stato agevolato il lavoro, sempre per quella sintonia e rispetto reciproco che ho prima dichiarato essere alla base del mio operato“.
Fabrizio Cantarella – Reggionelpallone.it
Commenti