L’Empoli uccide la Reggina. Sempre più vicina all’epilogo la stagione degli amaranto, che crollano in maniera quasi definitiva in uno stadio, il Castellani, in passato teatro di imprese di mazzariana memoria. Altri tempi, lontani e probabilmente inarrivabili anche in prospettiva futura. La realtà, amarissima, sottolinea il disincanto finale di una squadra strozzata dai propri limiti e dalle incertezze psicologiche di una rincorsa corrosiva. Ne approfittano i padroni di casa, che ritrovano la vittoria dopo due pareggi e una sconfitta nelle ultime tre settimane. L’assenza di Tavano non si avverte, una squadra dai meccanismi ben oliati colpisce subito la Reggina, incerta in difesa come canovaccio degli ultimi mesi insegna: su una punizione calciata da Valdifiori Rugani trova un buco in area, una carambola avvantaggia Maccarone che timbra l’undicesimo sigillo in campionato. Passa una dozzina di minuti, e un altro buco difensivo permette ai toscani di raddoppiare, con Pucciarelli abile a inventare una volé nel cuore dell’area. Il secondo gol cancella le già labili certezze della formazione calabrese, che affonda altre due volte nei primi quarantacinque minuti in virtù dei gol messi a segno da Rugani e Pucciarelli.
Sarri risparmia Pucciarelli, Valdifiori e Moro in vista del Varese, Gagliardi fa debuttare Bochniewicz togliendo dal campo Strasser, graziato nel primo tempo da Pairetto e in odore di espulsione. Con un vantaggio di quattro gol i toscani amministrano senza affondare in agonismo e convinzione, la Reggina prova a reagire con Maicon, che scalda i guanti di un fin lì inattivo Bassi. Ma la partita era finita già nel primo tempo. Mentre l’Empoli festeggia il ritorno alla vittoria tra le mura amiche, un urlo di silenzio squarcia l’Italia dal Castellani a Via delle Industrie di Reggio Calabria.
Francesco Mansueto – Reggionelpallone.it
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