La caduta che non t’aspetti. Il Bocale torna da Acri con una sconfitta e zero punti che sciolgono le
consapevolezze e riaprono vecchie falle. La vittoria di Isola Capo Rizzuto sembrava avesse allontanato il gap mostrato in trasferta, ma i biancorossi ricadono nei propri errori. Partita dai due volti quella in terra cosentina: “Abbiamo giocato un buon primo tempo -evidenzia Nino Cogliandro, dg del Bocale- ma abbiamo dovuto fare i conti con un super Di Iuri, portiere dell’Acri, che ha fatto davvero grandi parate. Ritengo sia un calciatore di categoria superiore perché ha dimostrato il suo valore non solo contro di noi. Nel secondo tempo siamo calati. Togliendo Saviano e qualche giovanissimo, ritengo che la colpa sia da dividere equamente tra tutti i calciatori. Quelli dell’Acri hanno lottato, invece, come leoni, e hanno legittimato il risultato con una prova positiva. Ringrazio la società per l’ospitalità mostrata, che evidenzia la possibilità di fare calcio anche tra le difficoltà economiche che coinvolgono tutte le squadre di Eccellenza”.
Il problema trasferta si riapre: “Arrivati a questo punto del campionato , ritengo sia una questione di mentalità. Questa flessione esterna coinvolge tutto il gruppo, sia i giovani che i calciatori più esperti. Quella contro l’Acri è stata una partita emblema di quanto fatto vedere in trasferta nel corso della stagione. Partite come quella di domenica mi ricordano altre sconfitte esterne come Guardavalle o Sersale. Con un uomo in meno gli avversari riescono a vincere, anche se con uno scarto minimo, dimostrandosi cinici e, sicuramente, più spietati di noi”.
Alla vigilia il vicepresidente Vadalà si era dimostrato voglioso di lottare per i play-off, obiettivo che però sfuma quasi irrimediabilmente: “Mi duole dirlo, ma il Bocale chiuderà il campionato nell’anonimato”, evidenzia Nino Cogliandro. “L’obiettivo play-off era perseguibile, ma credo che ormai non si possa più raggiungere. Essere arrivati a una salvezza tranquilla già con qualche giornata di anticipo, comunque, è un piazzamento che può lasciarci soddisfatti. Per la forza anche e soprattutto economica del Bocale ci può stare. Sicuramente gli sforzi che quotidianamente la società compie per la squadra, comunque, mi lasciano ben sperare: in futuro non avrebbe senso fare campionati così, possiamo tranquillamente puntare più in alto e ci organizzeremo affinché già nella prossima stagione, con i dovuti nuovi ingressi, il Bocale possa raggiungere un buon piazzamento, vivendo il campionato da protagonista fino all’ultimo”.
Disattenzioni e ingenuità esterne fanno da cornice, però, a una serie di infortuni che nel corso dell’anno hanno colpito il team reggino: “Assolutamente, basti pensare che nel rush finale ci è mancato un attaccante prolifico come Crisalli, infortunatosi nel suo momento migliore. Sarebbe stato sicuramente in lizza per vincere il titolo di capocannoniere. Ad Acri stesso, nel riscaldamento si è fatto male Audino, che ha riportato una contrattura. Senza dimenticare il problema muscolare di Catanzaro, che ha dimostrato di essere un calciatore di assoluto valore, e non sono un caso le tante richieste giunteci a dicembre. O Santino Cogliandro, che è tornato solo a gennaio. E tra gli infortunati di lungo corso troviamo anche gente come Sapone e come Astuto. Sicuramente è stato un leitmotiv che ci ha colpito nel corso della stagione, e che non ci ha permesso di compiere un salto di qualità decisivo”.
Le basi per ripartire e costruire presupposti importanti ci sono tutte: “Da qui al prossimo campionato c’è sicuramente tantissimo tempo, ma abbiamo consapevolezza che possiamo crescere molto. Abbiamo uno zoccolo duro che ci permette di affermare ciò. Possiamo contare sull’apporto di uno dei migliori allenatori del panorama dilettantistico, che mi auguro possa far parte anche l’anno prossimo del Bocale. Sia la squadra sia il tecnico, insieme, sono cresciuti tantissimo”.
f.m. – rnp
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