Ancora vivi. A petto in fuori, con la consapevolezza che tutto può ancora succedere. La Reggina rialza subito la testa, vincendo a Carpi proprio come piace a noi: la sofferenza seguita dall’esplosione di gioia, la lotta del gruppo abbinata alla qualità del singolo. Gli amaranto hanno espugnato il Cabassi da grande squadra, giocando al ‘gatto col topo’ contro un avversario che si presentava all’appuntamento con 16 punti in più. La portata e la modalità di questi tre punti vitali, vanno al di là di ogni più rosea previsione, in quanto soltanto una settimana prima, era arrivata una sconfitta da ‘teatro dell’assurdo’, che avrebbe potuto far scoppiare Di Michele e compagni dal punto di vista psicologico. Così non è stato, e le paure hanno di nuovo fatto posto alla speranza.
Non sta certo a noi, dire che ancora non è stato fatto nulla. Basta guardare la classifica, una classifica che mette ancora angoscia e che ad oggi parla di retrocessione. Giocando così tuttavia, la montagna potrà essere scalata. Giocando così, questa Reggina ha tutte le carte in regola per centrare la sopravvivenza. Eh già, perchè qui è di sopravvivenza che stiamo parlando, e lo vogliamo sottolineare a chiare lettere per la seconda settimana di fila: la squadra della nostra città non sta lottando per non retrocedere, ma bensì per sopravvivere, per poter scrivere ancora le pagine di un futuro colorato d’amaranto. Lasciarla sola adesso, non darle il sostegno e l’appoggio che merita, sarebbe il più grave degli errori. Sarebbe delittuoso.
Mister Gagliardi, due settimane fa, aveva presentato Reggina-Varese come la partita del centenario, o meglio, come la partita della vita. Ci siamo messi al suo fianco dopo che quella partita è stata persa, lo abbiamo sostenuto prima dello strepitoso 0-3 di Carpi. Lo abbiamo fatto, perchè sta lottando insieme a chi scende in campo. Forse però, Gagliardi la partita della vita l’ha anticipata di due settimane, perchè ai nostri occhi è Reggina-Crotone la gara che può valere, o se preferite decidere, questa tribolatissima stagione. Di fronte, avremo uno scoglio durissimo, un avversario che gioca a memoria e che sogna ad occhi aperti. Ma è una partita che possiamo vincere. Abbiamo il dovere di provare a vincerla. Tutti quanti, tutti insieme. Magari tornando a quella meravigliosa notte d’agosto, quando l’entusiasmo era ancora alto e gli obiettivi completamente diversi. Quel Reggina-Bari, ha rappresentato l’occasione per dimostrare che Reggio è ancora viva, che il suo cuore sa ancora pulsare forte. Se riuscissimo a ricreare l’atmosfera del 23 agosto scorso, adesso che gli obiettivi sono diversi e l’entusiasmo non può certo essere alle stelle, andremmo ancora oltre, dando vita ad un grande atto d’amore.
E tu che leggi questo articolo, puoi pensare che siano le solite parole ad effetto, vuote, inutili. Puoi lasciare le cose come stanno. Ma se poi a maggio dovesse andare male, non lamentarti se in questa città rischia di sparire tutto. Anche uno dei suoi simboli più belli e gloriosi. Se invece senti tua questa storia, ricorda che il calcio è vostro, il calcio è della gente, e che questa maglia è la tua. Difendila, perchè merita di essere difesa. Sostienila, perchè a quel punto avrai vinto anche tu.
La Reggina è ancora viva, combatte come una tigre ferita. E NOI???
Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it
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