Prima o poi doveva accadere? La consolazione è magrissima. In quel di Novara la Reggina formato 4.0, guidata da Gagliardi e Zanin, ha conosciuto per la prima volta il gusto amaro della sconfitta. Il bollente post partita, con Foti e Gagliardi che dagli spogliatoio scagliavano saette verso la terna arbitrale allontanandosi il più possibile dall’Accademia della Crusca, fa capire bene quanto la sconfitta sia pesata. Non ci voleva lo stop in terra piemontese, perchè allarga in modo preoccupante la forbice che separa gli amaranto dalla salvezza diretta. Ad oggi, è realistico sperare di mantenere la categoria passando per il terribile purgatorio dello spareggio play-out, la visione non è incoraggiante. Rischia di pesare enormemente l’errore della strana coppia Maicon-Gavillucci: il primo con la porta spalancata davanti ha deciso di fare la cosa sbagliata nel momento sbagliato, il secondo ha annullato un gol probabilmente valido, di quelli che possono spostare i binari di una stagione.
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“Quando si segna c’è sempre un errore, altrimenti le partite finirebbero 0 a 0″, ha precisato Gagliardi in conferenza stampa. La squadra sembra aver memorizzato il concetto da qualche settimana, e deciso di applicarlo alla lettera. Sansovini è il terzo invitato, dopo Di Nardo e Mancosu, a presentarsi davanti a Pigliacelli senza la benchè minima ostruzione dei giocatori amaranto. Black out preoccupanti, che rischiano di vanificare gli sforzi di un gruppo che sta evidentemente dando l’anima per tentare la risalita dagli inferi. Dalle disattenzioni collettive ai singoli, il secondo fattore allarmante riguarda Di Michele. Gagliardi e Zanin sembrano aver puntato in modo deciso e definitivo al modulo con una punta soltanto, che in tutte le gare (tranne con il Trapani) è stato l’esperto capitano. Al di là delle parole di circostanza riservate da Gagliardi a Di Michele, belle ma vuote, c’è da fare i conti con la realtà . La Reggina ha bisogno di punti per provare la scalata, i punti si fanno segnando, i gol arrivano (quasi sempre) dagli attaccanti. Se l’unica punta in campo è a digiuno prolungato, è impensabile sperare sempre nel guizzo di Barillà o nell’impatto part-time di Gerardi. Come rimediare? Si tratta di un rompicapo di non facile risolvibilità , allo staff tecnico il compito di provare soluzioni, consapevoli che il tempo gioca a sfavore.
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‘‘Ci salveremo, abbiamo gli attributi“, ha garantito Gagliardi prima di rimettersi in viaggio verso la Calabria. Lo spirito battagliero non è stato mostrato solo davanti ai microfoni, ma concretamente in campo da una squadra che in queste prime cinque gare del girone di ritorno ha dato segnali incoraggianti e soprattutto preso le distanze dalla versione raccapricciante del girone d’andata. Una Reggina di ‘Mourihniana memoria’ nel finale di Novara, con attaccanti sparsi sul campo come fosse Time Square a Capodanno, non è bastata per evitare la sconfitta. Sabato prossimo, contro il Varese, altro crocevia fondamentale, da non fallire dopo i 2 punti raccolti nelle ultime 3 gare. Se la prima volta non si scorda mai magari sarà il turno di Di Michele, che potrebbe festeggiare al meglio la prima rete sotto la nuova gestione…
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pa.rom. – rnp
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