Merce rara. Predatore dell’area di rigore, Giorgio Lunerti ha vagato nei fatidi sedici metri per due decenni, prima di ritirarsi nel 2001 alla veneranda età di 41 anni. Una moltitudine di maglie cambiate, sempre per lo stesso motivo: i presidenti facevano a gara per assicurarsi uno specialista delle promozioni, ben dieci quelle ottenute in una lunga carriera. Il trasferimento nella Reggina, avvenuto nell’estate del 1987, era di pochi chilometri sul piano geografico ma di anni luce nelle inquetudini dei tifosi…: “Non era semplice passare dal Messina alla Reggina, ma devo dire che il popolo amaranto mi accolse subito bene. Non ero affatto felice dell’esperienza al Messina (solo una presenza in giallorosso, ndr) e più di una volta pensai, ‘mi piacerebbe attraversare lo Stretto e giocare nella Reggina’. Incredibile ma vero, andò proprio cosi…”
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Reggio Calabria come meta di riscatto personale, a fine anno fu festa generale con la promozione in serie B: “Avevo 28 anni, ero nel pieno della maturità psico-fisica, volevo cancellare la brutta parentesi di Messina. Fu un trionfo amaranto, possibile grazie al perfetto connubbio tra una squadra unita e di valore, una perfetta organizzazione societaria e la calda tifoseria del Granillo. Se ripenso allo spareggio di Perugia ho ancora i brividi, tutt’oggi non so come sia stato possibile avere tutti quei tifosi in trasferta“. Strani gli incroci del calcio. Lunerti a metà della stagione successiva lascia la Reggina per ‘colpa’ dell’attuale tecnico amaranto: “Scala in attacco preferiva Zanin a me, gli spazi a mia disposizione si chiusero notevolmente. Decisi di accettare la proposta del Foggia, andò bene visto che ottenemmo la promozione. Diego non c’entra nulla, gli voglio bene e sono contento ci sia lui a guidare la Reggina, spero che la porti in salvo“.
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Altro giro, altra intersezione. Il prossimo avversario della Reggina è la Juve Stabia, il viaggio della memoria fa una tappa obbligatoria. Stagione 93-94′, calabresi e campani si giocano una finale play-off, Lunerti è decisivo. Ma indosso non ha la maglia amaranto…: “L’avessi avuta ci sarebbe andata la Reggina in finale, garantito (ride, ndr). Segnai un gol all’andata e feci un assist per Righi al ritorno, il mio partner d’attacco era Onorato, altro ex amaranto. Ammetto senza problemi che la Reggina era più forte e più squadra di noi, a decidere la qualificazione furono gli episodi“. C come Centenario e come categoria (adesso Lega Pro) sconosciuta alla società di via delle Industrie da vent’anni. Ripiombare in terza serie adesso avrebbe il sapore amaro della beffa: “La Reggina non può e non deve retrocedere, a maggior ragione nella stagione del centenario. Gli ultimi risultati sono stati positivi, la squadra deve continuare su questa strada anche se non sarà semplice. Ho incontrato Vincenzo Attrice pochi giorni fa, ci chiedevamo come mai Foti non ci avesse invitato alla festa per i cento anni (ride, ndr), poi abbiamo saputo che non è stata ancora fatta. Ci piacerebbe partecipare quando sarà organizzata a fine stagione. Con la squadra ancora in B, sia chiaro.. “
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pa.rom. – rnp
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