Taibi a RNP: “A Reggio i miei anni migliori. Ripenso ancora allo spareggio…”

Gioia, dolore, rabbia e felicità. Sorrisi e lacrime. Nei due anni vissuti a Reggio Calabria da Massimo Taibi, non è mancato nulla. Nemmeno un gol realizzato, evento più unico che raro trattandosi di un portiere. Il centenario appena festeggiato dalla Reggina è un’occasione per rivivere con la memoria stagioni (nel bene e nel male) indimenticabili.

 

Massimo, sei arrivato alla Reggina non da una squadra qualsiasi, ma dal Manchester United. Spinto principalmente da cosa ?

“Volevo lasciare l’Inghilterra, per questioni familiari. Erano arrivate diverse proposte, su tutte però mi colpì la grinta del presidente Foti. Il suo entusiasmo, unito a un pressing non indifferente (ride, ndr) mi fecero optare per la squadra amaranto”.

 

La scelta si è rivelata azzeccata. Ti aspettavi di vivere un rapporto cosi intenso con la tifoseria ?

“Sinceramente no. Conoscevo la piazza di Reggio Calabria come calda e passionale, non credevo ugualmente a tutto questo calore dei tifosi e di creare un legame cosi forte con loro. Il Granillo era sempre pieno, si trattava davvero del dodicesimo uomo in campo. Faccio enorme fatica adesso a vederlo vuoto “.

 

Una carriera lunga e ricca di soddisfazioni. A livello di rendimento individuale, si può dire che a Reggio hai conosciuto l’apice ?

“Credo di si. Ho fatto molto bene anche con Piacenza e Atalanta ma con la Reggina, per una serie di fattori e concause prima tra tutte la perfetta combinazione di condizioni fisiche e mentali, ho vissuto le stagioni migliori della mia carriera”.

 

Il gor realizzato contro l’Udinese rimane la fotografia ideale dello stato di grazia che guidava te e la squadra…

“Ci ero andato vicino anche contro il Verona. Stovini segnò negli ultimi minuti, agevolato da un mio movimento dentro l’area. Contro l’Udinese invece riuscì a deviare la palla in rete, e pensare che ero andato nell’area avversaria solo per creare scompiglio (ride, ndr)”.

 

Fatal Verona. Sono sensazioni ambivalenti, dolci e amare, quelle legate alla squadra gialloblù.

“Esattamente. Il ricordo più bello riguarda la salvezza festeggiata al  Granillo, in una gara pareggiata alla penultima giornata contro il Verona. L’anno successivo invece…”

 

Cosa si può dire ancora di una partita oramai sviscerata in tutti i modi, entrata nelle pagine più tristi della storia sportiva di Reggio Calabria ?

“Si tratta dell’amarezza più grande provata in 30 anni di calcio, sentimento che ancora non mi ha del tutto abbandonato. Ho rivisto l’azione del gol di Cossato credo mille volte, sono arrivato alla conclusione che non c’era niente da fare. Non dovevamo provare a metterli in fuorigioco, ma la realtà è che si trattava di un epilogo scritto e deciso dal destino. Magari se qualcuno mi avesse ascoltato…”

 

In cosa?

“Erano diversi minuti che chiedevo di far aprire i cancelli, purtroppo non mi hanno voluto ascoltare. Succede in tutti i campi a fine stagione, una piccola invasione avrebbe fatto innervosire il Verona, avremmo spezzato il loro ritmo. Dopo l’enorme dispiacere provato, è arrivata una seconda ferita, relativa al passaggio all’Atalanta”.

 

Rumors parlavano di un Taibi già d’accordo con i bergamaschi, o addirittura ‘distratto’ sul gol di Cossato…

“Fesserie dette da qualche sprovveduto. Io avevo parlato con Foti a gennaio, spiegando al presidente che a fine stagione avrei voluto avvicinarmi di nuovo a casa. Dopo lo spareggio perso si è fece avanti l’Atalanta e in pochi giorni la trattativa si concluse positivamente. Chiunque afferma il contrario è un bugiardo, peccato perchè queste cattiverie hanno rischiato di incrinare il mio rapporto con la piazza”.

 

Chiudiamo l’album dei ricordi e guardiamo al presente. Il Centenario festeggiato di recente dalla Reggina non è stato dei migliori.

 

“Mi dispiace per la situazione complicata che si sta vivendo in casa della Reggina. Io posso solo dire che ho sempre avuto grande stima e ammirazione per Foti, adesso ne ho ancora di più perchè da dirigente ho capito tante cose. Allestire una squadra competitiva senza avere alle spalle una grande forza econonomica è tremendamente difficile, quasi impossibile. Credo che ci si aspettasse di più da qualche acquisto, adesso invertire la rottà sarà dura”.

 

La vittoria di Bari ha ridato speranza, ottenere la salvezza è ancora possibile ?

 

“Si tratta di una sfida complicata, l’obiettivo anche se lontano è ancora raggiungibile. Se dovessi descrivere in poche parole la Reggina direi che è stata sempre contraddistinta da un carattere indomito, battagliero e determinato. Questa squadra, nei suoi anni migliori, non mollava mai e combatteva sino all’ultimo. Bisogna ritrovare quello spirito per riuscire a centrare la salvezza”.

 

pa.rom. – rnp