Nemici mai. ‘Certi amori non finiscono…’, diceva una canzone di Antonello Venditti. La storia di Alfredo Aglietti con la Reggina, vissuta a metà degli anni 90′, è durata appena due stagioni ma per intensità e soddisfazione reciproca il tempo sembra aver dilatato gli orizzonti naturali. In principio, c’era una pesante eredità con con la quale fare i conti…: “Arrivavo dopo Mino Bizzarri, non era affatto semplice sostituirlo in termini di prolificità e affetto con i tifosi. In città inoltre si respirava l’amaro in bocca per i play-off persi nella stagione precedente, non immaginavo di vivere due anni di quel tipo, entusiasmanti e indimenticabili”. Con 20 reti (capocannoniere del campionato di C1, stagione 94-95), Aglietti trascina di forza la Reggina in serie B: “Una liberazione per la città e per quel gruppo, composto da uomini veri che si volevano bene. Ricordo la festa esplosa dopo l’ultima gara, il sogno cullato per diverse stagioni finalmente si avverava”.
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Attaccante di peso ma non per questo privo di agilità o tecnica, Aglietti nella stagione della promozione in B realizzò un gol di strepitosa fattura sul campo della Lodigiani. L’aura magica viene accentuata dal fatto che non si trovano riprese televisive che immortalano quel gesto…: “E’ successo davvero, lo giuro, non si tratta di un gol fantasma (ride, ndr). Effettivamente credo si tratti della rete più bella messa a segno con la maglia della Reggina. Su un lancio dalle retrovie, credo di Vincioni, trovai il palo lontano con una parabola inconsueta”. Con la Lodigiani il gol più bello, non quello che Aglietti conserva con maggior cura nell’album dei ricordi: “In questo caso dico il gol di Avellino, che ci garantì la promozione, e la doppietta di Reggio Emilio che certificò la salvezza in serie B. Fu bella e importante anche la rete realizzata al Granillo contro il Pescara. Sono diversi i momenti di gioia che mi legano alla Reggina, non a caso quando torno a Reggio Calabria è sempre una festa commovente”.
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Tre stagioni strepitose (una con il Pontedera e due con la Reggina per un totale di 60 gol in campionato) valsero ad Aglietti il grande salto e la chiamata da parte del Napoli. L’amore interrotto, potrebbe essere ripreso in chiave diversa: “Sino a oggi non c’è mai stata questa possibilità , non nego che mi piacerebbe enormemente diventare allenatore della Reggina. Mai dire mai nel calcio, l’importante adesso è che la squadra riesca a superare le difficoltà ”. Da vero appassionato della cause amaranto, Aglietti preferisce scansare giudizi riguardo la stagione sofferente vissuta dalla Reggina: “Bisognerebbe essere all’interno per capire e analizzare, non mi permetto di giudicare. Dico invece che serve un girone di ritorno importante, sopra le righe, per ottenere la salvezza, la situazione è complicata ma non ancora compromessa. Perdere un patrimonio come quello della serie B, specie nella stagione del Centenario, sarebbe delittuoso”.
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pa.rom. – rnp
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