Le combinazioni perfette difficilmente si ripetono. In quel lungo flusso prepotente di energia che ha guidato la prima stagione della Reggina in serie A, c’era un ideale coincidenza di fattori. Tra i principali, lo strepitoso campionato disputato da Roberto Baronio, ‘cervello’ di una squadra che nonostante il grande salto non conosceva paure, supportata dall’entusiasmo generale. Il centrocampista bresciano, nel lungo dipanarsi di una carriera vissuta con diverse maglie indosso, ha ritrovato soltanto a sprazzi la brillantezza esibita in amaranto: “Il ricordo della stagione passata in amaranto è in assoluto tra i più belli della mia carriera. C’era un affetto incredibile, l’entusiasmo era palpabile. Società, squadra e tifosi, la splendida combinazione di questi elementi ha permesso che il primo anno della Reggina in serie A fosse indimenticabile. La salvezza matematica è arrivata a poche giornate dalla fine ma eravamo al sicuro da tempo, mancava soltanto l’ultimo sigillo”.
La pioggia di riconoscimenti ottenuta è stato il riscontro più evidente per il contributo offerto…: “ Quel campionato fu decisivo per la mia carriera, mi ha fatto arrivare nella Nazionale maggiore e vincere il premio come miglior giovane della serie A, assegnato dai colleghi giocatori. Senza false ipocrisie, posso dire che è grazie a quel campionato se la Lazio mi ha fatto firmare un quadriennale a cifre importanti”. Le stesse versate dal club capitolino, circa dieci miliardi, per riscattare dalla Reggina la comproprietà del centrocampista classe 77’ e strapparlo dalla concorrenza del Milan: “Non sono rimasto in riva allo Stretto perché la società amaranto, giustamente, voleva monetizzare dalla mia cessione dopo una stagione del genere”.
Diverse le fotografie rimaste impresse nella memoria di Baronio, istantanee di una stagione magica: “Ricordo con particolare piacere quanto successo alla gara interna che seguì l’impegno al Granillo contro il Perugia. Nella partita con gli umbri commisi una stupidata, ovvero un gesto di stizza dopo un gol, in risposta ai fischi dei tifosi. Nella gara successiva tutto lo stadio mi applaudì, la curva mi tributò diversi cori. Rievoco quel momento con particolare emozione”. La sfida alle ‘big’ come Milan e Juve rappresentano il vertice orgoglioso di quella stagione: “Anche se in alcuni casi fummo sconfitti, ricordo ugualmente con piacere le gare contro Juventus e Milan, perché a livello individuale e di squadra avevamo dato tutto e affrontato a testa alta un avversario di caratura superiore”. Un centrocampo ricco di qualità, tutta bresciana, quello a disposizione di Colomba: “Pirlo all’epoca agiva da trequartista, non era ancora il fuoriclasse che poi è diventato ma già se ne intuivano le qualità. Ho avuto la fortuna di giocare con lui anche in Nazionale, con la maglia dell’Under 21”.
Il passato fulgido e scintillante è lontano anni luce dalla situazione attuale. La Reggina annaspa a un passo dal baratro, proprio nella stagione del centenario: “Dispiace parecchio vedere la squadra agli ultimi posti. Credo i valori siano superiori alla classifica ma la realtà è che quando una stagione nasce male rischia di finire peggio, ovviamente auguro alla Reggina di risalire la classifica. Magari con qualche rinforzo proveniente dal mercato e due-tre risultati positivi la squadra riuscirà a invertire la rotta. Sono e sarò sempre legato alla città, non può essere altrimenti visto che mi ha dato una moglie e dei figli”. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Baronio ha intrapreso la carriera da allenatore: “Guido gli allievi del Futbol club, è un’esperienza affascinante e formativa. L’anno prossimo prenderò il patentino da allenatore e chi lo sa, potrei tentare il salto tra i professionisti”.
pa.rom. – rnp
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