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‘Segreti in panchina’, 3^ puntata. Mondonico a RNP: “Noi che paghiamo per tutti…”

02/01/2014 12:08 | A cura di Redazione ReggioNelPallone.it

Un vero e proprio ‘ospite d’onore’, per il ritorno del nostro viaggio all’interno del mondo degli allenatori. Retroscena, curiosità, modus operandi: il ruolo del tecnico, come non lo avevate mai visto prima. Questo ‘backstage’ della panchina vede protagonista uno dei tecnici più conosciuti ed ammirati del calcio nostrano, ovvero Emiliano Mondonico.


SEMPRE IN DISCUSSIONE- L’allenatore è un pò l’anello debole della catena di una squadra di calcio, una catena rappresentata dai calciatori e che ha nel presidente il proprietario. Dico questo perchè l’allenatore non è un valore della società, non è un capitale che la società può far accrescere e dopo vendere; l’allenatore è quello che deve fare in modo che gli anelli della catena diventino sempre più importanti, perciò è chiaro che quando le cose vanno male l’unico che paga dazio è lui, dando magari al Presidente dei ‘perchè’ sul fatto che la squadra non renda. Noi che facciamo questo mestiere, al momento di firmare un contratto sappiamo di questa situazione, e perciò quando arriva l’esonero ci restiamo male, ma non troppo, perchè alla fine fa parte del gioco.


SOLIDARIETA’ FRA COLLEGHI- Il codice etico tra allenatori non esiste. Mi spiego meglio: la partita di calcio non la puoi cominciare se non c’è il dottore o l’accompagnatore, mentre l’allenatore non ha un valore giuridico. La nostra categoria non può alzare la voce, l’Associazione Allenatori si trova sempre in minoranza ed in difficoltà. Ciò non toglie che tra di noi ci sia un dialogo,  un rapporto vero e sincero che, tanto per fare un esempio, porta l’allenatore che subentra a parlare con l’allenatore esonerato. Nessuno di noi gufa affinchè uno vada via, nessuno ha piacere se un collega è andato via. Quando prendi il posto di un altro tecnico, lo chiami anche per chiedergli i pregi ed i difetti della squadra, o il modo con cui è stata portata avanti la preparazione, così da non dover partire completamente da zero. La solidarietà nasce proprio dal rendersi conto della difficoltà di questo mestiere.


A CENTO ALL’ORA...Il via-vai di giocatori prima che cominci il campionato? Una situazione che si vive velocemente, a cento all’ora: si cerca di fare in un giorno ciò che solitamente si fa in almeno cinque giorni. L’allenatore è quello che sa cambiare la partita in corso, avere a disposizione giocatori diversi vuol dire interpretare più in fretta possibile le qualità e le caratteristiche della squadra. Il lavoro che fai, ti presenta sempre qualcosa di nuovo: a volte si presentano situazioni positive, altre volte devi essere pronto a fare di necessità virtù. In una rosa c’è sempre lo zoccolo duro, che gioca insieme da tempo e conosce lo spirito e le caratteristiche di una squadra: chi subentra, è chiaro che deve attaccarsi all’esperienza di questi ragazzi e seguire la loro traccia. Il problema sorge quando chi arriva, è in numero superiore a chi è rimasto: in questo caso devi formare un gruppo da capo, ed evitare che ci siano discrepanze.


SI PAGA PER TUTTI…No, non ci sentiamo vittime del sistema calcio, ti devi sentire vittima quando non sai come funzionano le cose, mentre noi sappiamo che succede. Quando ci sono gli ultimatum, sai che comunque la differenza in una partita la fa la squadra che va in campo, una squadra che deve essere sollecitata e non deve avere paura. Quando una squadra non fa risultato per due o tre partite di fila, subentrano i timori, ed allora è l’allenatore che si assume tutte le responsabilità, o se preferite è la società che dà tutte le responsabilità all’allenatore, per toglierle a chi deve scendere in campo e fargli pensare soltanto all’avversario, e non alle proprie paure. E’ una metodologia, atta a preservare giocatori che magari non hanno il massimo della maturità, da alcune situazioni che magari renderebbero ancora più complicate le partite. Se tu col Presidente hai un rapporto diretto, allora parli di calcio: tu porti il tuo modo di vedere e lui porta il suo. Capita che la partita vada male solo per sfortuna, ma non conta la prestazione, conta il risultato: questa è sicuramente una delle situazioni più antipatiche del calcio italiano.


SOTTO TIRO- Squadre come la Reggina in serie B dovrebbero farla da padrone, però ci sono annate che partono male, ed il percorso diventa sempe più difficile: proprio in questi casi, come dicevo prima, può subentrare la paura. Ecco che l’allenatore diventa vittima, perchè per levare la paura agli altri ci vuole qualcuno che si immoli sull’altare del sacrificio. Ripeto, il tutto viene fatto per lasciare alla squadra le giuste responsabilità e la giusta pressione. Questa è una legge che vale un pò per tutti, magari ci sono colleghi che riescono a prevenirle meglio di altri. Mourinho, giusto per fare un esempio, quando perde le partite va in sala stampa e parla di altro, invece di subire l’attacco dei media, è lui ad attaccarli, usando ben altre argomentazioni. C’è anche chi si lascia scivolare tutto addosso, o chi alle critiche risponde volutamente con argomentazioni abbastanza frivole: ognuno di noi deve cercae di tutelarsi e tutelare la propria squadra, consapevole che sono i giocatori ad andare in campo e possono far cambiare le cose attraverso una vittoria. Quando parlate in conferenza stampa di numeri e moduli, fate sempre il gioco dell’allenatore, che in questo campo avrà sempre più cognizioni di voi, e quindi difficilmente riuscite a metterlo in difficoltà. Noi in conferenza stampa cerchiamo sempre di non dare vantaggi agli avversari, e facciamo in modo che gli altri capiscano ciò che vogliamo far trapelare noi.


CONTA SOLO LA MAGLIA- I tifosi vittime come gli allenatori, quando le cose non vanno bene? No, il calcio è una fede, avete mai visto qualcuno vittima della fede? La fede non si cambia mai, quella mi porta ad incitare la squadra anche in serie C: guai se corriamo dietro agli idoli, gli idoli si creano e si abbattono, quello che resta è il colore delle maglie.


UN AUGURIO SPECIALE-Faccio tanti auguri alla Reggina, anche perchè ho degli amici che stanno giocando con voi, ovvero Foglio e Cocco. Spero che Andrea, nel 2014, torni a segnare e ad essere quello che ho conosciuto io…


Domenico Durante-reggionelpallone.it

mondonicoemiliano

 

 

Redazione ReggioNelPallone.it
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