Nel calcio, si sa, molto spesso le cose si vedono da un punto di vista soggettivo. E si tende a tirare acqua al proprio mulino. La vittoria del Palermo in riva allo Stretto, figlia ai nostri occhi di una gara falsata da un clamoroso errore arbitrale, sulla sponda rosanero viene invece vista come un successo limpido ed indiscutibile.A llo stesso modo, quello che da noi viene visto come uno dei rigori più solari della storia del calcio, in Sicilia appare come il frutto di un’azione veloce e per nulla chiara.
La soggettività di cui parliamo, prende forma e consistenza dal comunicato ufficiale pubblicato sul sito del Palermo, a firma del responsabile dell’area tecnica, Giorgio Perinetti. A scatenare il disappunto di Perinetti, il turno di squalifica inflitto ad Andelkovic, dopo la ‘parata’ dello stesso difensore, durante la gara tra la Reggina ed i rosanero.
La prima riflessione che faccio è che si è da subito cercato di circoscrivere ad un unico episodio l’intera gara di sabato contro la Reggina.
La legittimità della vittoria del Palermo è sacrosanta e sancita da una superiorità manifesta, con il portiere della Reggina migliore in campo. È stato detto, addirittura, che il rigore (che avrebbero dovuto comunque realizzare) avrebbe aperto ad una rimonta della Reggina senza sottolineare che il Palermo avrebbe potuto segnare ancora anche sull’eventuale 1-1, così come capitato successivamente con la rete di Milanovic.
L’errore del direttore di gara è avvenuto con una decisione presa in una frazione di secondo ed in un’azione molto veloce e per nulla chiara dato il numero di contendenti in area. Il fallo, infatti, è stato evidenziato soltanto da numerosi replay televisivi. Ci sembra molto più serio e grave il provvedimento preso a caldo da parte del giudice sportivo senza alcun precedente specifico, applicando forzatamente una norma fino al limite consentito dal regolamento. Non posso, purtroppo, non leggere in ciò un mero tentativo di rendere presunta giustizia a chi si sente danneggiato – alimentando sterili polemiche, anziché ridimensionandole – nel nome di un’imparzialità che non ha bisogno di essere in alcun modo dimostrata, essendo le istituzioni calcistiche caposaldo di garanzie superpartes. Questo, che diventerebbe un clamoroso precedente, rischierebbe di far divenire ogni gara un pretesto, per applicazioni allargate della norma, con conseguenti dubbi sulla regolarità del campionato.
Pertanto, certo di vedere le nostre ragioni valere, propongo immediato reclamo d’urgenza agli organi deputati. Mi auguro, infine, che il clamore mediatico il cui episodio va esponendosi consenta serenità e tranquillità di giudizio ai direttori di gara, ed ai loro assistenti, chiamati ad arbitrare le prossime partite del Palermo.
La società sta cercando di centrare i propri obiettivi, lottando settimanalmente sul campo con i mezzi che le vengono da volontà ed abnegazione dei suoi professionisti impegnati.
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