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Martinovic (proc. Ipsa) a Rnp: “Christian adora Reggio. Quanti talenti in Croazia…”

07/11/2013 17:38 | A cura di Redazione ReggioNelPallone.it

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In questi giorni, mi è sembrato di rivivere per certi aspetti un film di Kusturica. Reggio è una città meravigliosa, con un clima ideale ed una popolazione calorosissima. Proprio per questo, fa effetto vedere da una parte bellezze incantevoli come la via Marina, e dall’altra alcune zone fatiscenti, con edifici ancora da completare“. Comincia così, in un noto locale cittadino, la chiacchierata di Reggionelpallone con Milan Martinovic, procuratore del difensore croato Christian Ipsa,  giunto in riva allo Stretto questa estate.


Come mai qui a Reggio Calabria?

Ho deciso di concedermi tre giorni di relax, per incontrare sia Christian (Ipsa, ndr), che il mio legale di fiducia, Antonio Zoccali. Nessun motivo particolare, solo una breve vacanza”.


A proposito del suo assistito, come si sta trovando in questa nuova avventura?

L’ambientamento è stato facile ed immediato, visto che il ragazzo proviene da una zona della Croazia che confina con l’Italia, e dunque non ha avuto alcun problema relativo alla lingua. Christian adora Reggio ed i reggini, e si trova benissimo anche all’interno della squadra. L’unico suo rammarico, al momento, riguarda la posizione di classifica…“.

 

Già, la classifica…Dal momento che lei è stato un calciatore, quali pensa che siano i problemi di questa squadra?

Di sicuro, la Reggina fino a questo momento non è stata fortunata, e più di una volta ha finito col perdere delle partite in cui anche un pareggio sarebbe stato stretto, vista la mole di gioco creata. Sono convinto che questo gruppo può riprendersi, anche se, a voler essere sinceri, credo che manchino un centrocampista in grado di prendere il comando delle operazioni ed illuminare la manovra, ed un bomber che la butti dentro nei momenti decisivi“.


Come è nata la trattativa per portare Ipsa in riva allo Stretto?

Christian voleva a tutti i costi l’Italia, e per questo ha rifiutato la proposta di rinnovo da parte dei danesi del Midtyilland. Oltre alla Reggina, c’erano parecchie squadre di serie B che lo volevano, ma lui ha scelto gli amaranto, attratto dalla storia del club e dal fatto che quest’anno si celebreranno i 100 anni di calcio“.


Sulla fumata bianca, ci sono versioni contrastanti: alcune voci parlano di 350 mila euro andati al Midtyilland, altre di un trasferimento a parametro zero. Quale è quella esatta?

La seconda. Confermo che la firma è avvenuta dopo la fine del rapporto contrattuale con i danesi, quindi si tratta di un acquisto a parametro zero“.

 

E’ vero che qualche anno fa fu ‘corteggiato’ sia dalla Lazio che dal Torino?

“Si, è vero, Non se ne fece nulla perchè si misero di mezzo troppe persone non rinconducibili direttamente ai club in questione. Troppi intermediari insomma, laddove ci sarebbe voluto un intervento diretto dei potenziali acquirenti”.


Quali sono le qualità principali del suo assistito, e quali invece i punti su cui migliorare?

Credo si tratti di un calciatore completo, che potrebbe giocare tranquillamente in serie A, laddove farebbe comodo a qualsiasi compagine di fascia medio/bassa. Un grande professionista, oltre che un ragazzo dalle capacità umane straordinarie. Per quanto concerne i margini di miglioramento, un classe ’86 ormai va considetato già formato in tutto e per tutto, e dunque non ci sono aspetti migliorabili col tempo“.


Quella relativa ad Ipsa, è stata l’unica trattativa che ha riguardato lei ed il Presidente Foti?

“No, ce n’è stata un’altra, risalente al 2009, quando il club militava in serie A. In quell’occasione, chiudemmo per l’arrivo in amaranto di Matej Krajcic, difensore slovacco che proveniva dallo Slavia Praga”.


Non fu un grande impatto, quello di Krajcic…

“E’ vero, ma vanno considerate tutte le attenuanti del caso. A differenza di Ipsa non parlava l’italiano, ed in più arrivò a gennaio, con la Reggina che si trovava agli ultimissimi posti. In una situazione del genere, divenne impossibile ambientarsi”.


Tornando alla storia recente, che effetto le ha fatto vedere quasi 20.000 persone in Reggina-Bari?

“Non ho assistito a quella partita, ma Ipsa mi ha raccontato che è stata un’emozione unica, uno spettacolo mozzafiato. Dispiace che tutto quel pubblico sia rimasto un episodio isolato, ma in questo hanno influito i risultati della squadra, che fino a qui non sono stati certamente quelli sperati…”.


A parte Ipsa, se dovesse consigliare un suo assistito al calcio italiano, chi sceglierebbe?

“Matej Sivric, ala destra croata classe ’89 che al momento gioca in Repubblica Ceca. Mi rendo conto che la politica attuale del calcio italiano debba privilegiare i giovani del territorio, ma vi assicuro che ci sono ragazzi croati in grado di fare grandi cose in Italia, e Sivric è uno di questi”.


Con l’ingresso nella Comunità Europea, mediante il quale sono state abbattute le difficoltà di tesseramento dei calciatori, la Croazia può diventare un serbatoio per il mercato nostrano?

“Assolutamente si. Ripeto, ci sono tanti giocatori di indiscutibile valore, che attualmente militano sia nel torneo croato che all’estero, e che in Italia non avrebbero alcun problema ad inserirsi ed a fare grandi cose. Veri e propri affari, in considerazione sia dell’età media, che del rapporto qualità/prezzo”.


Restando in argomento, quest’anno abbiamo assistito ad un mercato molto movimentato, anche per quanto riguarda la serie A. Il primo passo verso il superamento della crisi economica?

“In linea generale, la situazione di ogni campionato riflette il periodo storico-politico della nazione. E’ vero, il vostro calciomercato questa estate ha dato segnali di crescita, ma la serie A, da un punto di vista economico, rimane ancora un gradino sotto ad Inghilterra e Germania, laddove i diritti televisivi hanno portato ricchezze ed  investimenti di una certa portata. Un’altra questione da affrontare, sempre per per quanto riguarda l’Italia, è quella degli stadi: ci sono impianti troppo vecchi e poco funzionali, che vanno assolutamente rimodernati e gestiti diversamente, proprio come avviene nelle realtà che ho pocanzi citato”.


Il tetto salariale introdotto in serie B, attraverso il quale nessun calciatore può andare oltre un determinato ingaggio, garantisce più stabilità ai club. Secondo qualcuno però, rischia di impoverire il campionato dal lato tecnico. Lei quale tesi sceglie?

“Non ci sono dubbi, scelgo la prima. Il Salary Cap è una grandissima introduzione, che porterà certezze e possibilità di programmare per ogni squadra di B. Per un calciatore è meglio avere garanzie economiche su ciò che andrà a percepire, anzichè firmare contratti faraonici che poi magari non vengono rispettati, creando malcontento nel calciatore stesso e mettendo a rischio la sopravvivenza della società”.


Ferdinando Ielasi-reggionelpallone.it

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Redazione ReggioNelPallone.it
Testata giornalistica online Aut. Trib. di Reggio Calabria n. 11/2010 Il calcio e lo Sport nella Provincia di Reggio Calabria.

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